mercoledì 25 novembre 2020

La vita invisibile di Addie LaRue di Victoria Schwab



    Editore: Mondadori
Genere: Fantasy/Romance
Pagine: 492
Copertina: Rigida
Prezzo: 24,00 euro



Ciao lettori,
ebbene si, è arrivato finalmente anche per me il tempo di parlarvi del libro più atteso, nonchè più pubblicizzato della fine di questo 2020 (almeno fin ora).

Tutti lo acclamano, tutti lo vogliono, tutti lo adorano io, purtroppo, non sono di questa opinione.
Perciò sedetevi amici, possibilmente su una seduta che vi impedisca il ribaltamento, e prendetevi una tazza di thè poichè l'argomento sarà lungo ed impervio.

Per i pochi che ancora non conoscono la trama del libro, ve la lascio qui di seguito:

E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?

«Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.»

Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna. Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli. Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.

Dunque, partirei dalle note positive che ho avuto il piacere di riscontrare in questo romanzo. Non sono moltissime ahimè!
Rispetto ad altri scritti della Schwab, qui c'è un bel balzo in avanti sia relativamente alla caratterizzazione dei personaggi, che è davvero molto curata, che nello stile.

La sua bravura è stata quella di riuscire a modellare dei prototipi di persona nei quali è molto semplice immedesimarsi. Nelle innumerevoli vicende di Addie, Henry e Luc sarà semplice per il lettore trovare una situazione che gli si adatti a pennello, questo perchè sono personaggi estremamente umanizzati, portati più a cadere nell'errore che ad eccedere nei virtuosismi. Lo stesso Oscuro, è una divinità imperfetta, resa quasi umana, benchè comunque sia estremamente sadico e malvagio.

Per quanto concerne lo stile, mi è piaciuto perchè l'ho trovato piacevole e scorrevole, con frasi ad effetto e molto poetiche dalle quali, sono certa, verranno tratte una marea di citazioni.
Interessantissima anche la scelta delle tematiche, che sfortunatamente però passano in secondo piano rispetto alla love story che, prepotente, prende il controllo indiscusso della storia.

Anche l'accuratezza del contesto storico mi ha stupita, si vede che la Schwab ha fatto molte ricerche sui capi d'abbigliamento utilizzati nelle varie epoche vissute da Addie, sulla condizione sociale dei paesi in cui ha viaggiato, ma soprattutto sullo sviluppo artistico.

E diciamo che con le note positive abbiamo finito...lo so...stavate aspettando di leggere quelle negative, perchè la parte divertente delle recensioni è sempre quella e vi prometto che non vi deluderò!

Dunque direi di partire dalla peculiarità più grande di questo romanzo e che mi ha fatto venire i crampi allo stomaco durante la lettura: la prolissità.

Davvero...non era necessario cara Victoria, che tu ti soffermassi a parlarci di tutti, ma proprio tutti, TUTTI gli aneddoti della vita di Addie, anche quelli più insignificanti, per rimarcare la gravità, il dolore e la condizione di disagio che comporta la sua maledizione. Non ci interessa davvero sapere con quanti e quali uomini e donne Addie è andata a letto nei suoi 323 anni di vita, o quanti e quali vestiti abbia rubato e come, o che film Henry ha visto durante la sera di Halloween del 2014 e come sono stati scelti. Ok la cura dell'evoluzione del personaggio, ma non ti sembra un tantinello eccessivo?

O almeno, santo cielo, non farti spoiler da sola, mettendo alla fine di ogni capitolo un'anticipazione di quello che troveremo nei successivi. Questa è una delle abilità che proprio non sei riuscita ad abbandonare, che appesantisce tanto la lettura sufficientemente infarcita di pagine e pagine davvero inutili. Ma il tuo editor, esattamente, che problemi ha con la sintesi? Questo libro poteva benissimamente risolversi in 300 pagine e risultare molto più fruibile. Less is more è una formula che, ti assicuro, non funziona solo con il trucco o con l'arredamento.

Altra cosa che proprio non sono riuscita a digerire, è stato il voler stereotipare a tutti i costi una bella ambientazione, New York, che ha da offrire davvero moltissimi spunti. Anche i personaggi di contorno, che appunto contribuiscono all'arricchimento del world bilding, in questo caso sono sempre i soliti che si trovano in tutte le storie che hanno come sfondo la grande Mela: l'attore-ballerino-cantante che ha talento e vuole sfondare a broadway, la ballerina bionda con gli occhi azzurri bellissima e talentuosa, la donna di colore anch'essa dall'aspetto stupendo che studia per affermarsi, tutte cose già viste e sfruttate.

C'era un ottimo potenziale in questa storia, al quale avrebbe potuto attingere per rinfrescarla, ma l'autrice ne approfitta solo sul finale che chiude tutte le vicende in un modo davvero eclatante, e per me un pò destabilizzante, poichè fa cadere dal piedistallo uno dei personaggi più belli della storia.

Dunque in conclusione, mi sento di dire che questo romanzo non può assolutamente essere annoverato fra i migliori del 2020 accanto a libri del calibro de Il mare senza stelle o La Nona Casa, solo per citarne un paio.
Inoltre se cercate una lettura fantasy, bhè questa non lo è di certo, è più un romance con una sfumatura esoterica che vira all'elemento fantastico, pertanto io ve lo consiglio solo se avete davvero tanto tempo da investire.

Ringrazio comunque Alessandra di RaggyWords per aver organizzato l'evento, e la Mondadori, per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questo romanzo.
Vi lascio come sempre la locandina con le altri blogger che vi hanno parlato di questo libro, per avere anche altri opinioni che non siano tanto negative quanto la mia.









venerdì 20 novembre 2020

Le eroine: Alice, Dorothy e Wendy, affinità e differenze

 Ciao Lettori,

bentrovati alla fine di questo viaggio che ha visto protagoniste le storie delle nostre piccole eroine Alice Wendy e Dorothy, insieme raccolte in questa bellissima edizione curata da Mondadori.

Ringrazio le mie compagne di viaggio per le loro preziosissime opinioni in merito ai volumi di cui abbiamo abbondantemente disquisito e per i loro articoli di approfondimento. 

Claudia Divora LibriFenice fra le pagineLove readig moreBiblionativeL'angolo di Alexys, Lellabooks, LoScrignoDelleLetture, Una Marea di Libri, Alessandra Nekkina

E' stato bello collaborare con tutte voi.


Un sentito grazie va anche alla casa editrice Mondadori che ci ha concesso la lettura in anteprima della graphic novel Cheshire Crossing e anche del drago Alice, Dorothy & Wendy, entrambi già presenti in tutte le librerie dal 17 Novembre.

Terminati i giusti convenevoli, passiamo al nocciolo della questione: quanti di voi si sono chiesti come mai questo trio variegato di fanciulle, sia stato assemblato in un'unica edizione? Perchè scegliere proprio queste tre favole che sono, tutto sommato, molto diverse fra loro?

Ebbene io ho provato a darmi una risposta, perchè in effetti benchè le storie siano diverse presentano alcune analogie per nulla trascurabili.

Prima di tutto sono tutte state scritte all'incirca nello stesso periodo, Alice e Peter e Wendy sono entrambe Inglesi e frutto appena colto di un cambiamento radicale nella cultura dell'epoca Vittoriana.

Ci troviamo difronte a due favole che non hanno la presunzione di voler a tutti i costi insegnare qualcosa, queste storie sono scritte per intrattenere i bambini, e non per sciorinare una qualsivoglia morale. Oltretutto si distaccano completamente dalla struttura classica della favola, diventando addirittura antipedagogiche. Alice scappa nel suo paese delle meraviglie estraneandosi dalla realtà in cui vive, cosa molto disdicevole all'epoca. Le bambine dell'alta società non potevano essere sognatrici, dovevano istruirsi ed impegnarsi affinchè potessero trovare un degno marito, la vita era pregna di realismo e non c'era spazio per le farneticazioni, che venivano perlopiù attribuite ai bambini più piccoli o, in età preadolescenziale, a dei disturbi psicologici.

Lo stesso vale anche per la storia di Peter e Wendy la quale scappa di casa perchè anche lei non vuole crescere e adempire a suoi doveri.

Un pò diversa, sotto questo punto di vista, è la favola de Il meraviglioso Mago di Oz la quale prende dinamiche affini ma allo stesso tempo differenti. Si tratta di una favola Americana, e della sua geolocalizzazione, ne cogliamo certamente l'influsso, la cultura del "think positive" diventa l'emblema del viaggio della nostra eroina. Anche in questo caso l'autore scrive per dilettare e non per lasciare una morale, anche se, in fin dei conti, qualcosa lo insegna lo stesso ma in maniera più sottile. Anche in questo caso l'elemento antipedagogico  non manca, in quanto la figura del Mago di Oz non è proprio un esempio di rettitudine, oltretutto è una delle poche favole nelle quali gli impostori non vengono puniti, tutt'altro.

Un altro elemento conduttore che ha legato tutte e tre le protagoniste e incrociato le loro storie, è senza dubbio la volontà di evidenziare un percorso che va dalla puerilità alla pubertà. Se leggiamo le favole di Alice, Wendy e Dorothy diacronicamente, è possibile notare come le tre ragazzine appartengano esattamente alle tre fasi della crescita di un individuo.

Alice è sicuramente la parte fanciullesca, dedita alle sue fantasticherie e persa nel suo mondo immaginario, non è alla ricerca di valori, ma solo di avventure che possano divertirla. Non c'è assennatezza in lei, bensì la semplice curiosità che spingerebbe qualsiasi bambino a mangiare, senza pensarci due volte, biscotti con su scritto "mangiami", o a bere da bottiglie il cui contenuto è sconosciuto, senza immaginare le conseguenze del gesto. Conseguenze alle quali Alice non cerca un rimedio, bensì si lagna che siano accadute, proseguendo imperterrita nel suo obiettivo di cercare il giardino che vede dal buco della serratura, e puntualmente, facendosi sviare dai vari altri personaggi che incontrerà.

Dorothy invece, è chiaramente la parte preadolescenziale, sicuramente molto più coscenziosa di Alice, si trova in un mondo che non conosce, ma seppur con il candore e l'ingenuità che contraddistingue il suo carattere, cercherà di porre rimedio alla sua condizione, con più giudizio. Affronterà un viaggio durante il quale sarà comunque in grado di acquisire valori importanti, e finalmente riuscirà a tornare a casa arricchita. 

Wendy, infine, è la palese rappresentazione della ribellione adolescenziale. Lei si rifiuta di crescere e così scappa con Peter sull'isolachenoncè, dove poi si renderà conto che una vita di sregolatezze non è poi tanto divertente se condotta per sempre, e quindi deciderà di tornare a casa sua e di riprendere la sua vita fra le mani.

Spero di cuore che questo viaggio vi abbia tenuto compagnia, alla prossima.



martedì 17 novembre 2020

Il meraviglioso mago di OZ L. Frank Baum

 

Titolo: Alice, Dorothy & Wendy
Autori: Lewis Carroll, Lyman Frank Baum, James Matthew Barrie
Editore: Mondadori
Collana: I Draghi
Genere: Fiaba, Favola
Prezzo: 25,00 euro

Ciao Lettori,

ebbene è finalmente giunto il momento di parlare di questa raccolta bellissima con cui, ancora una volta, la Oscar Mondadori ha deciso di deliziarci.
Credo che fra i tanti usciti quest'anno, quello di Alice, Wendy e Dorothy sia stato il drago più atteso di tutti poichè contiene alcune fra le opere classiche per bambini più amate di tutti i tempi, chi non conosce anche per sentito dire i pazzi personaggi del Paese delle Meraviglie, o non ha desiderato indossare le bellissime scarpette d'argento o volare verso l'Isola che non c'è?
Indubbiamente queste storie sono fra quelle che ci hanno fatto sognare di più, e ritrovarle tutte insieme in questa veste a dir poco stupenda, con una traduzione resa molto più fresca e scorrevole, ci fa lappare.

Grazie alla Mondadori che ci ha fornito il file per un'anteprima di lettura, posso dirvi che questa volta si sono superati anche all'interno. Le pagine e gli inizi dei capitoli sono tutti decorati in maniera diversa per ognuna delle storie, ed inoltre sono ricche di illustrazioni originali delle prime edizioni che sono un corredo davvero molto bello, indubbiamente penso che questo diventerà il mio drago preferito in termini estetici.


Ma passiamo a dare un'occhiata a quello che vi troveremo all'interno: apre le danze Alice con Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie e subito a seguire Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò. E' poi la volta di Dorothy con Il meraviglioso mago di OZ , per poi continuare con Peter Pan nei giardini di Kensington e terminare con la più conosciuta e acclamata Peter e Wendy.
Per un totale di ben cinque libri in uno!

Oggi nello specifico andremo ad analizzare insieme Il meraviglioso mago di Oz, ma se seguirete tutte le tappe del nostro evento, potrete trovare anche altri interessanti articoli in merito agli altri libri contenuti in questa raccolta:



Baum è sempre stato un uomo ricchissimo d'inventiva e molto fantasioso, scrisse questa e molte altre favole per intrattenere i suoi figli, ed ebbero quasi tutte un discreto successo, ma sicuramente le avventure di Dorothy le surclassarono tutte, fino a diventare prima un musical (da lui stesso finanziato) e successivamente un famosissimo film la cui protagonista è stata Judy Garland che con la sua magistrale interpretazione lo ha fissato definitivamente nell'immaginario collettivo.

Il meraviglioso Mago di Oz ha la struttura di una classica favola, ed il contenuto è davvero fra i più originali mai visti, e benchè Baum affermava che una favola non debba necessariamente essere legata ad una morale ma che può anche solo servire da intrattenimento, è riuscito ad arricchire il viaggio di Dorothy con un sacco di tematiche interessanti e di valori che ogni bambino dovrebbe imparare a conoscere fin dalla più tenera età.
Il viaggio che affronta la nostra eroina le tempra il carattere, la rende più furba e più coraggiosa, le insegna ad aiutare il prossimo e ad avere l'umiltà farsi aiutare quando le difficoltà incalzano. Oltre al viaggio in sè, è importante avere anche dei compagni che sappiano essere modelli positivi, come nel nostro caso, lo sono stati l'uomo di latta con il suo cuore gentile e generoso, lo spaventapasseri con la sua arguta intelligenza e la sua umiltà ed il leone con il suo impavido coraggio, e che siano disposti ad aiutare, consolare, e gioire all'occorrenza. Ogni viaggio, anche il più difficile, può essere più sereno se ci si contorna di persone positive, con le quali poter affrontare le difficoltà che la vita presenta.

Infine, ma non di certo per importanza, è davvero bello vedere con quanta semplicità Baum cerca di far comprendere l'antica faida tra cuore e cervello, indubbiamente per quanto mi riguarda questo è stato uno degli argomenti di cui mi è piaciuto di più leggere, perchè per quanto sia una questione etica davvero molto profonda, il discernimento tra i due diversi modi di agire, è spiegato con una semplicità disarmante.

«Malgrado tutto» disse lo Spaventapasseri «io chiederò il cervello
invece del cuore, perché uno sciocco non saprebbe cosa farsene del
cuore anche se lo avesse.»

«Io voglio avere il cuore» ribatté il Boscaiolo di Latta «perché il cer-
vello non ti rende felice, e la felicità è la cosa migliore del mondo.»

Dorothy non disse niente, perché non avrebbe saputo a quale dei
suoi due amici dare ragione,

Ma è il finale a rendere questa storia davvero innovativa, tradizione vuole, infatti, che alla fine del suo viaggio l'eroe trovi ciò che desidera magari a seguito di una battaglia sanguinaria, o gentilmente offertogli su un cuscino. In questo caso, no. E' stato proprio il viaggio ad aver reso i nostri amici ciò che desideravano di più, perchè tutto ciò di cui abbiamo realmente bisogno lo possiamo trovare solo in noi stessi. 


sabato 14 novembre 2020

Cheshire Crossing Andy Weir e Sarah Andersen Recensione

 

Editore: Mondadori
Collana: Oscar Ink
Genere: Graphic Novel Fan Fiction
Pagine: 117
Prezzo: 17,10 euro

Ciao Lettori,

il 17 Novembre uscirà per la collana Oscar Ink Cheshire Crossing una simpaticissima Graphic Novel scritta da Andy Weir e illustrata da Sarah Andersen. Come dite? Questi due nomi non vi sembrano sconosciuti? Bhè se avete sentito parlare di The Martian (L'uomo di Marte) avrete sicuramente sentito parlare anche del caro Andy, uno scrittore tra i più apprezzati nel panorama fantascientifico, che prima di dedicarsi alla scrittura, amava anche realizzare fanfiction in fumetti. E' lui che ha dato vita a questa fantasiosissima storia le cui protagoniste sono Alice, Wendy e Dorothy, in una veste sotto la quale non le avreste mai immaginate!

Nell'immaginario di Weir infatti, le nostre eroine-bambine sono cresciute e diventate delle adolescenti abbastanza problematiche, in quanto hanno dovuto convivere con le loro esperienze infantili alquanto traumatiche, che le hanno molto cambiate. Le ragazze, al ritorno dai loro mondi fantastici, hanno cercato di esternare le loro esperienze surreali agli adulti che le circondavano, i quali hanno creduto fossero diventate pazze, e di conseguenza, sono state costrette a girare molti ospedali psichiatrici colpevoli di essere affette da una malattia mentale identificabile con la psicosi dissociativa, di seguito vi lascio la breve trama:

Sono passati anni da quando Alice, Dorothy e Wendy hanno compiuto i loro favolosi viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e sull’Isola-che-non-c’è. Ora eccole qui, ormai adolescenti, a Cheshire Crossing: una scuola molto speciale dove impareranno a gestire le loro straordinarie esperienze e il loro dono di attraversare mondi magici.Ma proprio non sanno starsene buone buone sedute al banco, e iniziano di nuovo ad attraversare le dimensioni, lasciandosi dietro una scia di caos completo. E se fosse solo un po’ di confusione il problema, poco male. Il fatto è che, senza volerlo, fanno incontrare la malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino, unito ora in una coppia davvero diabolica.Per fermarli le tre ragazze dovranno fare ricorso a tutti i loro poteri e mettere insieme una squadra di improbabili alleati da tutto il multiverso! Cheshire Crossing è un viaggio vertiginoso, divertentissimo e sconfinato attraverso i classici della letteratura e i loro mondi fantastici come non avete mai osato immaginarli.

A Sarah Andersen va tutta la mia stima per aver realizzato dei disegni davvero meravigliosi in gradi di catturare al primo sguardo l'occhio del lettore.
Conoscevo già Sarah per le sue vignette che ironizzavano sull'ansia e sulla psicologia umana, che hanno avuto un successo dilagante sul web sotto le occultate spoglie di Sarah's Scribbles. Chi non si è imbattuto in una delle sue tavole senza immedesimarsi, vi sta mentendo! Quando ho letto che le illustrazioni di Cheshire Crossing erano sue, giuro che non ci ho creduto perchè passare da questo:

a questo 

non è di certo un'associazione che si fa in maniera immediata. Ma sono davvero stupefatta della versatilità del suo disegno che può passare da linee semplici e stilizzate a qualcosa di molto più complesso e leggermente compassato.
Tutto questo giro per dire che i disegni sono davvero belli, e sopperiscono pienamente ai difetti di narrazione di questa graphic novel che non sono poi pochi.

Importantissimo è l'approccio con il quale si inizia la lettura di Cheshire Crossing, si tratta di una fan fiction che ha preso ispirazione da alcune delle favole più famose del nostro secolo, se cercate di ritrovare integri i personaggi che avete amato, non è sicuramente quello che troverete.
Si tratta infatti di uno stravolgimento, una visione futuristica, di ciò che Alice, Wendy e Dorothy sono diventate a seguito delle loro esperienze o, ancor meglio, di come le loro avventure abbiano influito sulla loro vita reale.




Troviamo una Dorothy molto intelligente e scaltra, una Wendy che ha assorbito molto del personaggio di Peter Pan, diventando un maschiaccio (nel senso buono di tale accezione) con i capelli corti, coraggio da vendere ed un gran cuore, Alice, invece, è quella che a mio parere ha avuto lo sviluppo peggiore, in quanto è diventata molto dura ed egoista, una vera piantagrane, per se stessa e per le sue due nuove amiche. Le ragazze torneranno a viaggiare all'interno dei loro mondi magici, che grazie all'alleanza di due cattivi quali la strega dell'Ovest e Capitan Uncino, saranno intersecati.

Ci sono alcune discrepanze con le storie originali, che fanno pensare al fatto che Weir non abbia esattamente riletto gli originali da cui ha tratto ispirazione, ma che si sia semplicemente rivolto ai ricordi che serbava di queste storie per poter scrivere questo cross over.
M fondamentalmente, poco importa.

Questo perchè, come spiega lui stesso all'interno dell'introduzione che c'è all'inizio del volume e che ho trovato davvero utile, non era sua intenzione replicare per filo e per segno quanto narrato nelle favole, ma portarne una sua visione ironica e modificata.
Se leggerete questa Novel con questo spirito, vi assicuro che vi divertirete un sacco, soprattutto in alcune scene riguardanti Peter Pan che cerca di affrontare i suoi ormoni in subbuglio, perchè si, le nostre eroine, non saranno le uniche a dover fare i conti con l'età della pubertà!

Certo sarebbe stato bello che la storia venisse un pò più approfondita sotto il punto di vista psicologico dei personaggi, date le premesse dell'autore, ma ahimè così non è stato. Si spera però che qualche dettaglio in più ci verrà dato in seguito in quanto, Cheshire Crossing, termina con un finale aperto che dà sicuramente spazio ad un seguito che attendo con grande fervore.

In conclusione mi sento di consigliare la lettura di questa Graphic Novel, a patto che riusciate a sdoganarvi dalla visione classica dei personaggi canon, se ci riuscirete, sarete in grado di trascorrere un paio di ore in totale spensieratezza, facendovi accompagnare da delle tavole dai disegni e dai colori davvero meravigliosi,

Con oggi si conclude il nostro viaggio all'interno di Cheshire Crossing, e dico nostro perchè ho avuto modo di condividere l'esperienza di lettura insieme a tutte le bravissime blogger che trovate nella locandina qui sotto, e che vi consiglio di passare a trovare:








lunedì 9 novembre 2020

Tenebre e Ossa Leigh Bardugo Recensione

 

Autore: Leigh Bardugo
Editore: Mondadori
Vol 1 di 3
Prezzo 17,90 euro
Pagine 240

Ciao Lettori, 

Oggi parleremo di Tenebre e Ossa primo volume della chiacchieratissima Grisha Trilogy per la quale Netflix ha messo in produzione anche una serie che sarà probabilmente pronta alla fine di questo 2020, un vero e proprio fenomeno di successo retroattivo quello che si riscontra per questa saga.
Leigh Bardugo è infatti diventata famosa per la duologia composta da Sei di Corvi ed Il regno corrotto, che è successiva alla produzione della trilogia Grisha.

Tenebre e Ossa è il romanzo d'esordio di questa sfavillante autrice, e nonostante la sua sia una delle penne più apprezzate dagli amanti del fantasy contemporaneo, è possibile notare una certa immaturità nella stesura dei suoi primi volumi, che si distinguono molto da quelli successivi i quali presentano trame rocambolesche e molto più complesse. Con questo non voglio assolutamente dire che questo non sia un ottimo prodotto, bensì che anche i grandi scrittori sono partiti con qualcosa di umile, ed in questo caso, davvero ben fatto.
Di seguito vi lascio la trama alla quale seguirà un'analisi approfondita in cui vi spiego meglio il mio punto di vista:

L'orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, le basterebbe fare al meglio il suo lavoro di apprendista cartografa nell'esercito di Ravka, un tempo nazione potente e ora regno circondato dai nemici, e poter stare accanto al suo buon amico Mal, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da molto tempo. Ma il destino ha in serbo ben altro per lei. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d'Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell'amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme, come una luce improvvisa e intensa in grado di riempirle la testa, accecarla e sommergerla completamente. Subito viene arruolata dai Grisha, l'élite di creature magiche che, al comando dell'Oscuro, l'uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l'intera corte. Alina, infatti, è l'unica tra loro in grado di evocare una forza talmente potente da distruggere la Faglia e riunire di nuovo il regno, dilaniato dalla guerra, riportandovi finalmente pace e prosperità. Ma al sontuoso palazzo dove viene condotta per affinare il suo potere, niente è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le ombre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.

La prima cosa che cattura l'occhio sin dalle prime pagine di Tenebre e ossa, è sicuramente l'ambientazione d'ispirazione Russa. Riscopriamo paesaggi assimilabili alla Tundra, con la stessa variabilità di clima che passa dal freddo molto intenso al caldo primaverile mai eccessivo, ci vengono descritti palazzi che è facile associare a quelli bellissimi dell'epoca Zarista. Dalla lingua cirillica sono stati ripresi, e riadattati fantasiosamente, anche i nomi delle città e dei vari personaggi che incontreremo, ma non finisce qui. Ci sono dei richiami alla cultura religiosa dei Santi ed anche alcuni capi d'abbigliamento che indossano i vari personaggi quali cappe bordate di pregiata pelliccia, colbacchi, la stessa descrizione delle divise dei soldati dell'esercito lascia che l'immaginazione vaghi e rievochi le immagini dei soldati di epoca Zarista, con cappotti lunghi fino ai piedi.
Il worldbilding è davvero minuzioso, nonostante non sia molto ricco di descrizioni lunghe ed approfondite. La società che ci viene raccontata dalla Bardugo invece è molto semplificata, esiste un re capo supremo, e subito sotto di lui la schiera di maghi Grisha capitanata dall'Oscuro (nella versione in lingua originale The Darklin). La gerarchia dei Grisha vuole che si dividano in due categorie: Materialki ed Etherealki, rispettivamente manipolatori di materiali ed evocatori, ed infine i Corporalki che sono dei Grisha particolarmente abili nel combattimento impiegati perlopiù come guardie del corpo personali dell'Oscuro.

La trama della storia è davvero molto semplice ruota intorno alla classica battaglia bene contro male, oscurità vs luce, l'eroe che scopre di avere un potere sopito in grado di salvare le sorti dell'intero continente sul piede di guerra.

Ma cosa rende allora così godibile e speciale questa lettura?
Indubbiamente lo stile della Bardugo, che seppure un pò acerbo, è in grado di convogliare l'attenzione del lettore laddove desidera, in modo da creare un climax di eventi, che risulterà mai eccessivamente scontato nonostante sia facilmente intuibile l'andamento della trama. E' il "trauma" il vero catalizzatore di questa storia, il motivo per quale tutta la trama si evolve e prende forma, come ci ha spiegato la stessa Leigh Bardugo nella sua intervista del 29 Ottobre per il Lucca Changes, che se volete potete recuperare qui:




Un altro punto a favore è sicuramente la caratterizzazione dei protagonisti della storia, Alina Starkov, è un'orfana che grazie alla compagnia del suo inseparabile amico Mal, non ha mai sofferto un giorno di solitudine nella sua vita. Tutto cambia quando è costretta a separarsene in maniera molto traumatica, Alina inizia ad aver bisogno di nuove certezze e pensa di trovarle prima nella figura dell'Oscuro, e poi finalmente nell'unico posto in cui avrebbe dovuto rovistare fin dall'inizio: in sè stessa.
In tal senso vediamo la maturazione di questa donna dalla vena sarcastica che in più di un'occasione strappa un sorriso al lettore. Da ragazzina brutta, macilenta e insicura, inizia ad acquisire consapevolezza all'aumentare del dominio sul suo potere, si irrobustisce fisicamente ed anche caratterialmente. Ci sono delle situazioni in cui umanamente commetterà degli errori affidando la sua fiducia alle mani sbagliate, ma cercherà di rimediare ad ogni costo, finanche commissionando la propria morte.

Se proprio devo trovare un difetto a questo libro, posso dire che non mi è piaciuto il modo in cui ha gestito il tema dell'aspetto fisico, che risulta una parte davvero troppo importate per la caratterizzazione di Alina, ma anche degli altri personaggi. Alina è insicura perchè pensa di essere brutta e dalle descrizioni che gli altri personaggi fanno di lei effettivamente siamo portati a credere che sia una sua caratteristica. Quando si reca al palazzo per iniziare il suo addestramento, il primo pensiero dell'Oscuro è proprio quello di migliorare il suo aspetto , mandandole Genya, una Grisha bellissima e specializzata nel modificare il viso e il corpo in modo che appaiano esteticamente più belli. Anche il discorso che man mano che il potere di Alina cresce, migliora il suo aspetto rendendola più bella e sana, porta il lettore un pò fuori strada, serve dunque essere belli per poter salvare il mondo? Se un eroe è brutto e impacciato, ma potente, non può assolvere ai suoi doveri?
Sotto questo aspetto ho percepito un messaggio che mi ha un pò indispettita.

In conclusione non posso far altro che consigliarvi la lettura di questo romanzo davvero molto godibile nella sua semplicità.
Ringrazio Beatrice per l'organizzazione dell'evento e la Mondadori per la copia digitale.
Qui di seguito potete trovare il calendario che potete utilizzare per leggere qualche altra interessante recensione:





martedì 3 novembre 2020

Il viaggio di Halla Naomi Mitchison

Autore Naomi Mitchison
Editore Fazi - collana Lainya
Genere: Favola Fantasy
Pagine 125
Costo 15 euro


Ciao Lettori, betrovati!

Da qualche mese ormai la Fazi ci sta stuzzicando con la sua nuova uscita per la collana Lainya ossia Il viaggio di Halla.

Ebbene sono felicissima di segnalarvi che finalmente l'attesa è terminata e dal 5 Novembre sarà disponibile in tutte le librerie questa piccola perla.
Si tratta di una favola che è ben lungi dall'essere indicata solo per i bambini, è una storia ricchissima di folklore, di mitologia ed oltremodo filosofica. Di seguito vi lascio la trama che successivamente andrò ad analizzarvi in manienra più approfondita:

Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino.





Chi ama l'ambientazione fantasy, non potrà sicuramente sottrarsi alla lettura di questa favola davvero molto interessante sotto molti punti di vista. La Mitchison, mette in campo tantissimi fattori che la rendono particolare. Primo fra tutti è sicuramente il fatto che, una volta tanto, il punto di vista non è quello del valoroso eroe che salva la principessa dal drago, scopriremo bensì l'altro lato della medaglia. La storia di Halla ci mostra il retroscena delle classiche favole, in cui sono i draghi a subire lo scotto della cattiveria dell'uomo, che si rifiuta di sottostare ai soprusi operati dagli animali leggendari, che per questo vengono ammazzati e derubati del loro tesoro così faticosamente accumulato. Ci mostra il lato tenero e compassionevole di queste bestie che vengono sempre demonizzate, arrivando a farcele amare, pur sapendo che tutto sommato le loro azioni spesso sono deplorevoli, perchè diciamoci la verità, forse chiedere in sacrificio le principesse di tanto in tanto, i draghi avrebbero pure potuto evitarlo.

Altro aspetto estremamente interessante, è la ricchezza di personaggi derivanti dalla mitologia nordica, come ad esempio le Valkirie che cavalcano cavalli alati, o le Norne che sono in grado di modificare il destino attraverso l'intreccio dei fili. Il ruolo più importante nella vicenda è affidato a Odino, che appare all'interno della storia come un vagabondo orbo, che soccorrerà la nostra protagonista nel momento del bisogno, aiutandola a farle capire come affrontare il suo cammino, con una metafora bellissima:


<<Viaggia leggera, piccola mia, 
come viaggia leggero il vagabondo,
e il suo amore sarà con te>>

Halla era ricoperta dell'oro che aveva recuperato a seguito dell'uccisione dell'eroe che aveva rovinato la sua vita idilliaca con i draghi, ma durante il cammino i kg del prezioso metallo di cui si era ornata, diventavano pesanti ed intralciavano il suo passo. Odino con questa frase, ha voluto che la piccola si concentrasse su ciò che realmente conta nella vita, utilizzando l'oro come metafora per dire che non tutto ciò che è materiale conta nella vita, anzi, il più delle volte rallenta il nostro cammino. In tal senso il viaggio di Halla prende una connotazione molto più filosofica, che si avvicina moltissimo al viaggio di Siddartha di Hesse.
Per quanto concerne la scrittura dell'autrice,  il suo stile rispecchia quello della narrativa favolistica tradizionale, la scelta del narratore esterno lo rende molto piatto, ma ricchissimo di dettagli relativi all'ambientazione, mentre invece sono appena accennate le caratteristiche dell'aspetto dei vari personaggi, di cui anche il profilo psicologico è solo abbozzato. Sono le loro azioni che costituiscono l'intero dipanarsi della trama, che può essere suddivisa nettamente in due parti.
La prima vede la piccola Halla crescere prima con la sua famiglia di orsi e successivamente con i draghi, è molto semplice, lineare e ricorda, per la presenza degli animali parlati, le favole di Esopo. Ad un tratto la vita della protagonista viene sconvolta da un episodio tragico, che la spingerà ad intraprendere il suo viaggio, grazie all'intervento del deus ex machina, altra figura tipica della tradizione favolistica latina. Questo stacco così netto va a costituire la seconda parte della favola, molto più ricca di significato metaforico, la storia diventa molto più confusa e molto meno lineare rispetto alla prima parte.

Una delle cose che mi ha spinta alla lettura di questo libriccino di appena 125 pagine, è il fatto che Naomi Mitchison, fosse una cara amica di Tolkien, nonchè prima lettrice delle sue opere quando ancora inedite, ed effettivamente in questa storia è palese la contaminazione di stile con il grande genio, ulteriore motivo per il quale vi consiglio di dare una sbirciatina a questa piccola perla rimasta sepolta per troppo tempo.

Ringrazio la Fazi per il file digitale e per avermi dato la possibilità di organizzare questo evento che vedrà coinvolti anche i blog che trovate nella locandina sottostante:










venerdì 23 ottobre 2020

Le Diecimila porte di January Alix E. Harrow

 

Autore: Alix Harrow
Editore: Mondadori
Genere: Fantasy
Pagine: 396
Prezzo: 20,00 euro


Ciao Lettori!

Che periodo di fuoco per le nostre letture è stato questo mese di Ottobre vero? Ci sono state un mare di uscite interessantissime per chi come me è amante del genere fantastico, ed oggi vado ad aggiungere un altro libro alla pila.

Vi parlerò de Le Diecimila Porte di January, un libro molto carino, di quelli che fanno passare del tempo piacevole, una lettura leggera e sognante secondo me molto adatta al periodo autunnale, si abbina molto a questa stagione per la variabilità dei suoi contenuti. Vi lascio alla trama e poi vi spiegherò meglio cosa ne penso:

Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: "Le diecim por". Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei...



Una delle cose che si apprezzano di più di questo libro, probabilmente è proprio l'ambientazione con la quale l'autrice è stata particolarmente brava, il filone principale della storia di January è ambientata negli Stati Uniti, tra la fine dell'800' e gli inizi del 900', molto belli e interessanti sono i piccoli dettagli storici che troviamo nel fiume narrativo, che consentono una contestualizzazione del racconto ben precisa, questo aiuta moltissimo a marcare nettamente la differenza che c'è tra il mondo "reale" che il lettore conosce, con i mondi che scopriremo attraverso le parole di January. 

Considerate che dietro ognuna delle magiche Porte che vengono aperte, si nasconde un universo completamente diverso dal nostro, che l'autrice, è stata bravissima a caratterizzare con poche semplici frasi che regalano subito il concetto all'immaginazione del lettore. Troveremo mondi oscuri e mostruosi, mondi che profumano di legno di cedro, cannella e sale, mondi popolati da donne cacciatrici ognuno di questi, descritto sempre impeccabilmente non solo attraverso la vista, ma anche stimolando l'olfatto, facendo immergere con tutti i sensi a disposizione il lettore nella storia.

Quest'ultima è raccontata dal punto di vista di January che parla delle sue vicende come fosse un narratore esterno, la sua storia inizia quando trova una Porta all'età di 7 anni ed attraversandola scopre un mondo nuovo e meraviglioso, da quel momento in poi molte cose cambiano nella sua vita, inizia a crescere e trascorreremo insieme a lei la sua adolescenza, mentre acquisirà la consapevolezza di essere diversa dagli altri e non solo per il colore della sua pelle, che non è scura come quella degli schiavi africani che lavorano nei campi di cotone, ma neppure chiara come quella dei ricchi bianchi dell'alta società di cui fa parte, grazie al signor Locke, il suo tutore.
January, è sempre metà di qualcosa e non riesce a trovare il suo posto nel mondo, e questo la fa soffrire, non è bianca, ma neppure nera, non è povera, ma neppure ricca perchè i vestiti che la avvolgono sono acquistati tutti con la fortuna a disposizione del signor Locke, è apparentemente libera, ma comunque stretta nella morsa delle convenzioni secondo le quali una ragazza, per di più di colore, deve essere solo e soltanto un bellissimo oggetto da collezione ben educato. La sua stessa vita, come scopriremo leggendo, non è altro che l'unione di due mondi.
Quando January attraversa quella porta per la prima volta, inizia ad avvertire il peso della sua dualità ed inizia a lottare pian piano per trovare il percorso che la condurrà finalmente a non essere più la metà di qualcosa.

Vedrete, le porte sono molte cose: fessure e spiragli, misteri e confini.
Ma più di ogni altra cosa, le porte introducono il cambiamento.
Quando vengono attraversate, anche dalle cose più piccole e rapide,
il cambiamento segue a ruota, come i delfini nella scia di una nave.
January però, non è l'unico personaggio interessante di questa storia. Addie ci viene presentata come una donna dallo spirito libero e selvaggio, che non ha paura di cavalcare l'avventura per raggiungere i suoi scopi, è la donna che ognuna di noi vorrebbe essere, forte e schietta, furba e amorevole, ma soprattutto LIBERA.

La storia di January è scritta davvero molto bene, la prosa della Harrow non ti fa saltare una pagina è davvero piacevole e scorrevole da leggere, e benchè la trama sia molto scontata e prevedibile, ci si incanta davanti a periodi molto poetici, ed alla stessa struttura che ha dato a tutto il libro.
Attraverso gli occhi di January infatti leggeremo un metalibro, che contiene la mirabolante storia di Julian e Adelaide, ed insieme a lei solcheremo i mari, ci innamoreremo, e lotteremo per ritrovare ciò che è andato perso.

Se volete leggere qualcosa di leggero, piacevole, ma anche ben fatto , allora vi consiglio di acquistare Le diecimila porte di January, che sebbene abbia le sue peculiarità, soprattutto per la prevedibilità della trama e per la conclusione davvero troppo brusca, merita un'occasione di lettura, perchè fa compagnia, ma soprattutto, fa sognare.

Ringrazio Ylenia per aver organizzato l'evento per il quale pubblico questa recensione, e la Mondadori per avermi dato la possibilità di leggere il libro in anteprima. Di seguito come al solito vi lascio la locandina dove potrete trovare altri blog che ne hanno parlato e approfondire la vostra opinione.




giovedì 22 ottobre 2020

Dormire in un mare di stelle C. Paolini Vol. 2

 

Autore: Christopher Paolini
Editore: Rizzoli
Vol. 2 di 2
Genere: Fantascienza
Pagine 467
Prezzo 19,00 euro


Bentrovati Lettori,

siete rimasti anche voi con il fiato sospeso alla fine del libro Dormire in un mare di stelle di Christopher Paolini? Ed anche voi, come me, attendevate con ansia di leggere il seguito? Buone notizie per voi!

 Il volume 2 è già uscito in tutte le librerie per Rizzoli ed io ho avuto modo di poterlo leggere in anteprima, grazie all'evento organizzano dalla splendida Alessandra di RaggyWords, approfitto per ringraziare come sempre anche la Rizzoli per la copia del libro.

Ma veniamo a noi: Avevamo lasciato Kira sull'orlo di una guerra intergalattica, in viaggio verso  Sole insieme all'equipaggio della Wallfish e ad Itari, la medusa ribelle che desidera portare la pace fra umani e wranaui per affrontare il nemico comune costituito dagli incubi. Detto ciò vi lascio la trama di questo secondo volume senza spoiler in modo che possiate capire come più o meno si evolverà la questione:

La nostra civiltà è in pericolo. Restano poche speranze, ora che la guerra dilaga in ogni angolo dell’universo contro non una, ma due potenti specie nemiche. Kira e i compagni dell’astronave Wallfish si trovano davanti a un bivio: eseguire gli ordini ricevuti e abbandonare la missione, oppure infrangere le regole e lanciarsi in un folle viaggio verso il cuore dello scontro?Kira sa di essere l’unica in grado di proteggere l’umanità e restituirle un futuro perché – ormai lo ha capito – il misterioso reperto alieno che è diventato tutt’uno con il suo corpo e la sua mente potrebbe rivelarsi l’arma decisiva per fermare il conflitto. Deve esercitarsi, però, imparare il prima possibile a padroneggiare le infinite sfumature di questo nuovo potere straordinario.È ricercata dalle autorità, fronteggia continui attacchi nemici, eppure Kira non ha più dubbi. Il pensiero della sua famiglia, di Falconi e la sua banda la accompagnano nell’ultima, colossale avventura oltre i confini dell’umano. Il traguardo è lontano e incerto, ma lei farà l’impossibile per raggiungerlo. È tutto ciò che desidera, il solo destino di salvezza: riportare la pace tra le stelle.

Io sarei in grado di descrivere  questo secondo volume con una sola parola: WOW! ma dato che sono oltremodo logorroica, non posso fermarmi a questa onomatopea senza aggiungere le motivazioni che la generano, perciò andiamo per gradi:

L'ambientazione resta la stessa del primo volume, Paolini la approfondisce sempre di più contestualizzando gli elementi che la caratterizzano all'interno della storia, facendoli diventare addirittura funzionali alla narrazione, in tal senso non ci sono periodi descrittivi che potrebbero annoiare, bensì vediamo le cose attraverso gli occhi dei nostri personaggi, aggiungendo ogni volta un dettaglio in più alle figure create dall'immaginazione.

In questo libro finalmente viene dato spazio anche agli altri protagonisti della storia, Kira è una personalità davvero interessantissima, ma ad un certo punto si avverte la necessità di approfondire meglio anche gli altri, ed è bellissimo il fatto che si inizia a conoscerli attraverso la maturazione della nostra protagonista, man mano che  riacquista fiducia in se stessa, riacquista fiducia nel prossimo e permette agli altri di creare un rapporto con lei. Le personalità che si apprezzano di più sono sicuramente quella di Gregorovich, il cervello di bordo un pò matto che dà brio a tutta la narrazione e strappa più di una risata, ne leggeremo la storia che lo ha portato ad affrontare la mutazione da umano a cervello super dotato e se ne comprenderà meglio la psicologia.

Una debole vibrazione percorse le pareti del condotto,

poi nell’intera Wallfish rimbombò una voce potente e cavernosa:

«METTI GIÙ QUEL MAIALE!».

Gregorovich.

Anche il personaggio di Falconi diventa sempre più interessante, anche se forse è l'unico che era stato approfondito durante i primi passaggi, qui ne abbiamo una visione ancora migliore, un uomo duro pronto a tutto pur di salvare il suo equipaggio: maiali, gatti e cervelli inclusi! Dotato di un grande animo e di un grande coraggio che dimostrerà sia sul campo di battaglia che in altre situazioni un pò più piccanti che non starò qui a spoileravi, ma che faranno un pò sorridere.

La narrazione procede in maniera molto più spedita rispetto al primo volume, gli accadimenti si succedono uno dopo l'altro e non danno respiro al lettore, che seppur volesse staccarsi dalle pagine no, proprio non può, è come andare sulle montagne russe, non si fa in tempo a scendere giù da un picco di climax che ecco già incombere un altro allo sfogliare della pagina.

Si arriva così davvero molto rapidamente al termine del libro che presenta un finale agrodolce, stringe il cuore, ma ti fa apprezzare ancora di più tutta la storia, perchè a mio giudizio solo le storie che suscitano dei sentimenti, sono quelle davvero ben riuscite.

Un passaggio d'obbligo va fatto per l'edizione, da un lato capisco l'esigenza di dividere il racconto in due volumi, perchè effettivamente sarebbe stato troppo tutto insieme, d'altro canto però mi sarei aspettata che fosse fatta in maniera più puntuale, in quanto tutte le appendici che avrebbero potuto facilitare la lettura del primo volume quali ad esempio: lo spaziotempo e il viaggio nello spazio in FTL, la cronologia ed il glossario, sarebbe stato molto più utile averli al termine del primo libro che non del secondo. Ma credo che questo sia forse l'unico appunto che mi sento di fare ad un'edizione ben fatta soprattutto in termini di impaginazione e traduzione.

In definitiva mi sento di consigliare a tutto il mondo la lettura di questo piccolo preziosissimo capolavoro, certo il primo libro sarà un pò più impegnativo del secondo, ma ne vale davvero la pena!

Vi lascio qui di seguito anche il calendario con le altre recensioni delle mie amiche e colleghe così che possiate confrontare e leggere altri pareri. Se volete invece recuperare la recensione del primo volume potete trovarla cliccando qui. Alla prossima!




martedì 13 ottobre 2020

La guerra dei Papaveri R.F. Kuang


Titolo Originale: The Poppy War
Editore: Mondadori
Autore: Rebecca Kuang
Volume 1 di 3
Genere: Fantasy
Pagine: 614
Prezzo: 22,00 euro


Ciao Lettori e ben ritrovati,

questo sarà un periodo ricchissime di uscite, in particolar modo per Mondadori, che sta portando in Italia delle chicche succulente per noi amanti del genere fantasy.

Proprio oggi è in uscita l'attesissimo primo libro della trilogia di Rebecca Kuang: La guerra dei Papaveri o in lingua madre The Poppy War, che ha avuto un grandissimo successo in particolare negli Stati Uniti, dove la nostra autrice ormai vive da diversi anni. Rebecca Kuang, infatti, nasce in Cina a Guangzhou e a soli 19 anni è riuscita a scrivere un'opera davvero ricca di tematiche interessanti ma anche di storia.

Rebecca infatti non ha allentato il legame con il suo paese d'origine, ma ha trasformato la storia e la cultura della Cina del XX secolo in un'ambientazione perfetta per il suo racconto, attingendo alle terribili memorie della guerra sino-giapponese, è riuscita ad intrappolare fra le pagine la crudeltà e il dolore che è in grado di generare il conflitto con un realismo davvero efficace.

Dopo questa dovuta introduzione per questa stupefacente autrice esordiente, vi lascio la trama del libro dopo la quale passerò ad illustrarvi le mie opinioni in merito:

Rin ha passato a pieni voti il kējǔ, il difficile esame con cui in tutto l'Impero vengono selezionati i giovani più talentuosi che andranno a studiare all'Accademia. Ed è stata una sorpresa per tutti: per i censori, increduli che un'orfana di guerra della provincia di Jī potesse superarlo senza imbrogliare; per i genitori affidatari di Rin, che pensavano di poterla finalmente dare in sposa e finanziare così la loro impresa criminale; e per la stessa Rin, finalmente libera da una vita di schiavitù e disperazione. Il fatto che sia entrata alla Sinegard – la scuola militare più esclusiva del Nikan – è stato ancora più sorprendente. Ma le sorprese non sono sempre buone. Perché essere una contadina del Sud dalla pelle scura non è una cosa facile alla Sinegard. Presa subito di mira dai compagni, tutti provenienti dalle famiglie più in vista del Paese, Rin scopre di avere un dono letale: l'antica e semileggendaria arte sciamanica. Man mano che indaga le proprie facoltà, grazie a un insegnante apparentemente folle e all'uso dei papaveri da oppio, Rin si rende conto che le divinità credute defunte da tempo sono invece più vive che mai, e che imparare a dominare il suo potere può significare molto più che non sopravvivere a scuola: è forse l'unico modo per salvare la sua gente, minacciata dalla Federazione di Mugen, che la sta spingendo verso il baratro di una Terza guerra dei papaveri. Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere davvero troppo alto.



Come anticipato, l'ambientazione è quella di una Cina medioevale sull'orlo di una guerra che affonda i suoi risentimenti in epoche molto più antiche in cui la magia dominava i campi di battaglia, e le leggende di quelle azioni pervadono ancora l'immaginario popolare. Non sono proprio ben chiari fin dall'inizio i motivi socio-politici che portano allo scontro fra la Federazione e l'impero del Nikan governato dall'Imperatrice che si pensa abbia il potere di ammaliare ereditato dalla sua Dea protettrice ossia la Vipera, e dai suoi 12 signori della guerra, perennemente in complotto fra di loro per entrare nelle grazie della loro sovrana.Il worldbilding non è eccessivamente complesso, e ci viene rappresentato con poche semplici pennellate in grado di dare al lettore un'idea che starà a lui poi sviluppare attraverso la sua immaginazione, in quanto sono davvero essenziali i passaggi descrittivi che l'autrice ci riserva.

Il libro in sè è suddivisibile in due parti, la prima è completamente dedicata all'esperienza formativa di Rin, la protagonista della nostra storia, che risulta essere una ragazza forte ed ostinata, in grado di fare scelte drastiche pur di perseguire i suoi obiettivi. Nella prima metà del libro la seguiremo prima mentre si prepara agli esami per l'ammissione all'Accademia militare dell'impero, motivata fortemente dalla voglia di scampare ad un matrimonio opportunistico che i suoi genitori affidatari volevano combinarle con un uomo anziano. Rin studia avidamente, e dimostra un coraggio spavaldo affrontando e schernendo Nezha, uno dei rampolli d'alta classe erede di una grande casata, rischierà quasi di essere espulsa, ma grazie al maestro Jiang riuscirà a trovare la retta via e ad avvicinarsi alla demologia, una materia che le insegnerà a mettersi in contatto con la sua dea, la fenice, che catalizzerà attravero il corpo di Rin tutto il suo potere distruttivo. In accademia incontrerà anche Altan e Kitay altri due personaggi che avranno un ruolo importante nelle vicende successive.

Certo è interessante capire come nasce il personaggio di Rin e come si evolve, ma è davvero troppo dedicare ben oltre 200 pagine (che euqivale più  meno a metà del libro) alla sua permanenza in questa accademia, lanciandosi in noiose descrizioni circa le figure e gli stili delle arti marziali che non verranno mai utilizzate in battaglia, perchè si, la vera guerra si combatte con spade, scudi ed altre armi di genere vario fino ad arrivare alle bombe fabbricate con il salnitro, e ovviamente come nel caso particolare di Rin, con la magia.

La seconda parte del libro diventa molto più interessante, in quanto finalmente inizia l'azione ed i personaggi che abbiamo conosciuto fin ora si trovano immersi fino ai gomiti nella vera guerra, la Kuang si lancia in descrizioni molto veritiere e sanguinarie riportando scene raccapriccianti e realistiche dei campi di battaglia, che portano il lettore ad arricciare le dita dei piedi e a comprendere quanto effettivamente il conflitto sia qualcosa di terribile anche a livello psicologico. In tal senso è possibile notare anche una sorta di involuzione del personaggio di Rin che tanto appare spavaldo nella prima parte, quanto timoroso nella seconda parte. Grazie al maestro Jiang ha imparato a controllare il potere distruttore della sua Dea, ma a causa della paura incontenibile, non riesce a tirarlo fuori e a sfruttarlo sul campo di battaglia così come fa il suo capitano Altan Trengsin, detentore come lei, del furore delle fiamme della fenice, con il quale riesce a risollevare le sorti delle battaglie in cui è coinvolto benchè la sua legione consti solo di una decina di elementi, tutti con dei particolari poteri, ma nessuno equiparabile al suo.

Gli altri componenti del gruppo dei Cike (è così che si chiama la legione di Rin) riescono a mettersi in contatto con i propri dei facendo uso di sostanze stupefacenti contenute nei semi di papavero (da qui appunto il nome del libro), pratica che invece il maestro di Rin le ha sempre sconsigliato di usare, a favore invece della meditazione, che è sicuramente meno immediata e non salva la vita sul campo di battaglia. Per cui Rin vive questo "dramma" di non saper scegliere tra gli insegnamenti che le ha lasciato il suo maestro, e  l'insistenza di Altan che la sprona continuamente ad utilizzare il suo potere come un'arma, e poco riconosciamo il temperamento forte che caratterizzava Rin nei primi capitoli del libro. Certo la crudeltà della guerra mina anche la psiche di chi la combatte e insinua la paura anche negli animi più coraggiosi, ma qui si perde tanto, troppo del personaggio che la Kuang ha minuziosamente creato nelle 200 e passa pagine iniziali.

In conclusione posso dire che è un fantasy sicuramente innovativo, sia per l'ambientazione che per i temi trattati, la crudezza di alcune scene lo rende certamente indicato per un pubblico adulto, lo stile è abbastanza scorrevole e se avesse dedicato meno tempo a raccontarci aneddoti davvero molto marginali per il dipanarsi della trama, lo sarebbe stato ancora di più.

Attendo con grande fervore il prossimo volume di questa saga, anche per capire se c'è una maturazione stilistica da parte dell'autrice che sicuramente racchiude in se un grandissimo potenziale.

Ringrazio Silvia Bernuzzi https://dicorviescrivanie.blogspot.com/ per aver organizzato questo evento, è la Mondadori per avermi inviato una copia omaggio del libro.

Di seguito trovate la locandina dell'evento in modo che possiate farvi un'idea più approfondita leggendo anche le recensioni delle mie colleghe:






lunedì 12 ottobre 2020

Thunderhead Neal Shusterman recensione



Titolo: Thunderhead
Autore: Neal Shusterman
Editore: Mondadori
Genere: Distopico
Volume 2 di 3 
Pagine: 396
Prezzo: 20.00€


Ciao lettori!

Oggi grazie all'evento organizzato da Beatrice di eynyspaolinibook in collaborazione con Mondadori, vi parlerò del secondo volume della Trilogia della falce di Neal Shusterman, qui potete trovare anche la recensione di Falce, il primo volume di questa saga che mi lascia sempre più perplessa. 

Accomodatevi sulle vostre poltone, letti, sedie o pavimenti  prendetevi una bella tazza di thè (o qualsiasi cosa voi vogliate, oggi offro io!) e iniziamo questa dissertazione con la trama del libro:

In un mondo che ha sconfitto fame, guerre e malattie, le falci decidono chi deve morire. Tutto il resto è gestito dal Thunderhead, una potentissima intelligenza artificiale che controlla ogni aspetto della vita e della società. Tranne, appunto, la Compagnia delle falci. Dopo il loro comune apprendistato, Citra Terranova e Rowan Damisch si sono fatti idee opposte sulla Compagnia e hanno intrapreso strade divergenti. Da ormai un anno Rowan si è ribellato ed è fuggito, diventando una vera leggenda: Maestro Lucifero, un vigilante che mette fine alle esistenze delle falci corrotte, indegne di occupare la loro posizione di privilegio. Di lui si sussurra in tutto il continente. Ormai divenuta Madame Anastasia, Citra è una falce anomala, le sue spigolature sono sempre guidate dalla compassione e il suo operato sfida apertamente il nuovo ordine. Ma quando i suoi metodi vengono messi in discussione e la sua stessa vita minacciata, appare evidente che non tutti sono pronti al cambiamento. Il Thunderhead osserva tutto, e non gli piace ciò che vede. Cosa farà? Interverrà? O starà semplicemente a guardare mentre il suo mondo perfetto si disgrega?

L'ambientazione resta la stessa, ma viene gradualmente ampliata in quanto Shusterman ci mostra qualche scorcio in più relativo alla società in cui si ambienta la nostra storia. Scopriamo che il mondo creato dal Thunderhead non è poi così perfetto, in quanto ci sono persone chiamate i Loschi, che non riescono proprio ad adattarsi alle regole, e le infrangono di continuo, la punizione per questo è l'emarginazione, la discriminazione, e l'impossibilità di colloquiare direttamente con il Thunderhead.
Inoltre troviamo anche la figura dei Nimbus, che sono una sorta di agenti di governo, che sono messi lì per creare un'interfaccia fra gli umani ed il Thunderhead, i quali si occupano di compiti abbastanza inutili, in quanto è sempre l'incontrastata intelligenza artificiale a regnare su tutto.
In questo libro, ci viene data anche qualche spiegazione in più relativa proprio al perchè sono stati apportati dei cambiamenti nella società mettendoli in contrasto con l'epoca mortale, quello che fra tanti lascia più spiazzati è il motivo per il quale non viene operato un controllo delle nascite, piuttosto che creare una compagnia ad hoc, e addirittura super partes, che si occupi di regolare l'incremento della popolazione: bhè si tratta solo della promessa che il Thunderhead ha fatto all'umanità di preservare la libertà degli individui, che però, per dirne una, non sono liberi di poter morire definitivamente come gli pare e quando gli pare, vedi per esempio i Tonisti che sono costretti a dar fuoco ai loro corpi prima che arrivino i droni-ambulanza per la rianimazione.

[...] La prima sarebbe infrangere il mio giuramento di assicurare le libertà individuali e arginare le nascite. Questo non è fattibile, perchè sono incapace di infrangere un giuramento. Dunque, non è possibile imporre un tasso di natalità. 

Per quanto concerne i personaggi ci sono parecchie cose da dire, intanto il libro riparte esattamente da dove si è fermato il capitolo precedente, Citra è stata investita falce e ha preso il nome di Madame Anastasia e continua ad essere la pupilla di Madame Curie, Faraday è ancora dato per morto, ma in realtà è impegnato in una ricerca particolare che non è possibile svelare senza dire troppo in merito all'evoluzione della trama, e ritroviamo anche Rowan che è diventato il giustiziere mascherato della situazione, che si occupa di uccidere tutte le falci che risultano secondo lui corrotte.
Ma abbiamo due new entry davvero interessanti: il primo e Greyson Tolliver, un ragazzo che fin da piccolo, è stato allevato dal Thunderhead, perchè i suoi genitori non hanno mai desiderato occuparsi di lui. Ama moltissimo l'intelligenza artificiale che lo ha aiutato tanto da decidere di iscriversi all'accademia per diventare un agente Nimbus e servirlo a vita, ma i piani del Thunderhead per lui saranno ben diversi.
Altro protagonista indiscusso e fin troppo presente di questa storia è appunto il Thunderhead, che si fa narratore delle vicende, protagonista, e Piero Angela della situazione. Nel primo volume c'erano degli intermezzi creati dai diari delle spigolature dei vari personaggi che si alternavano, mentre invece questa volta sono i pensieri del Thunderhead che spadroneggiano, risultando spesso ripetitivi e non sense.
Se da un lato è interessante capire come si è arrivati dall'epoca mortale alla condizione di cui ci racconta Shusterman, nelle parti dedicate al Thunderhead si ritrova solo un'elogio continuo delle proprie capacità  che lo rendono QUASI onnipotente, concetto già di per sè contraddittorio in quanto o si è onnipotenti o non lo si è, non può esistere un "quasi".

E' grazie alla sua presenza che i buchi di trama presenti in questa trilogia si ampliano piuttosto che restringersi, nonostante ci siano dei piccoli tentativi di appianare le situazioni e renderle plausibili, siamo ben lungi dalla coerenza.
 Oltretutto, lo stile di Shusterman, così freddo e distaccato, non consente di empatizzare realmente con i personaggi, che scorrono tra le pagine, senza sollevare alcun tipo di emozione a chi legge le loro storie.

Anche la stessa struttura di questo volume mi ha lasciata abbastanza perplessa, perchè riprende esattamente quella del primo, con anche gli stessi colpi di scena applicati ovviamente a personaggi diversi. Non c'è climax, le vicende vengono raccontate in maniera piatta e distaccata, non concedendo al lettore di gustarsi le situazioni in corso e, come per il primo, tutta l'azione si concentra negli ultimi capitoli. Indubbiamente, è un libro estremamente scorrevole e ricco di colpi di scena che si legge in pochissimo tempo, come Falce, va preso per quello che è e non bisogna far caso alle parti in cui la narrazione è forzata per le esigenze di trama.

In conclusione posso dire che, sono comunque portata a leggere l'ultimo volume proprio per capire come andrà a finire questa saga che presenta non poche imperfezioni, ma che si fa comunque leggere per la particolarità degli argomenti trattati, aggiungo inoltre che Shusterman in questo volume, si è un pò sbottonato, movimentando il tutto con molta più azione e tanto trash, soprattutto sul finire.

Nell'attesa del terzo ed ultimo capitolo della stroria, vi invito a leggere le altre recensioni, di seguito la locandina dell'evento: