lunedì 2 agosto 2021

Recensione Ready Player Two



Editore: Mondadori
Traduzione: Laura Spini
Genere: Fantascienza-Distopia
Pagine: 372
Formato: copertina rigida
Prezzo: 19,00 euro


Ciao Lettori,

Ci siamo lasciati un paio di settimane fa con la mia entusiastica recensione relativa a Ready Player One di Ernest Cline. Un libro che mi é davvero piaciuto un sacco, per tematiche, ambientazione e trama. Ero davvero molto felice e impaziente di continuare la mia avventura immergendomi nuovamente in OASIS grazie al secondo volume di questa dilogia edita da Mondadori (che ringrazio per la copia ARCD) che è appunto Ready Player Two. 
Purtroppo però devo dire che le mie aspettative sono state disattese. Nel Two ci sono una serie di problemi, assolutamente non soprassedibili, relativi alla trama, ai personaggi e all'ambientazione che fanno molto pensare al fatto che Cline abbia scritto questo secondo volume più con l'intento di procreare un sequel per il film, piuttosto che per vero impeto letterario. Di seguito vi lascio la trama per capire più o meno da dove riparte la storia:

Pochi giorni dopo aver vinto la gara voluta da James Halliday, il fondatore di OASIS, Wade Watts fa una scoperta che potrebbe trasformare radicalmente l'esistenza di tutti. Nascosto in uno dei caveau di Halliday, e che attende solo di essere trovato dal suo erede, c'è un dispositivo tecnologico che, ancora una volta, potrebbe cambiare il mondo, rendendo OASIS mille volte più straordinario (e in grado di generare una dipendenza ben maggiore) di quanto lo stesso Wade possa aver mai sognato. Ben presto arrivano però anche un nuovo indovinello, una nuova missione – un ultimo Easter egg di Halliday, che potrebbe condurre a un non meglio precisato premio – e un inaspettato nuovo rivale, incredibilmente potente e pericoloso. Uno che, per ottenere ciò che vuole, sarebbe disposto a uccidere milioni di individui. II

Dunque, l'ambientazione è sempre la stessa, il mondo reale vessa in condizioni critiche, a causa dell'inquinamento ambientale, della povertà, e della fame, dovute al fatto che Terra è stata così tanto sfruttata che mancano anche le risorse primarie. Per cui le persone sentono sempre di più la necessità di evadere dal mondo reale per poter vivere una vita virtuale parallela su OASIS, una piattaforma di gioco MORPG dove ognuno diventa ciò che più desidera essere. É apprezzabilissimo lo sforzo da parte di Cline di voler dare un tono ambientalistico a questo volume, creando una sorta di distopia in cui é proprio il continuo disserbamento del pianeta a creare situazioni critiche. Il problema é che nella caratterizzazione dei personaggi, c'è un forte controsenso. Avevamo lasciato Aech, Parzival, Shoto e ART3MIS, come valorosi cavalieri che con la loro forza e il loro coraggio erano riusciti a sovvertire gli equilibri di due mondi in parallelo. Li ritroviamo ricchi sfondati, lagnosi, e davvero molto poco eroici. La loro ricchezza é tale che potrebbero davvero risanare la Terra, ma no....loro sperperano il loro denaro in associazioni filantropiche o per costruire navicelle spaziali, per poter andare su un altro pianeta quando Terra non sarà più abitabile...davvero eroico no?
L'unica che resta fedele a se stessa é Art3mis, anche se pure lei dimostra in varie occasioni di non essere poi tanto coerente.

Altro punto debole della storia sono le tematiche, affrontate in maniera debole e davvero poco convincente, basti pensare a come viene liquidata la questione della fluidità di genere, chiaramente buttata lì perché un libro oggi non è bello se non ha riferimenti relativi a questioni di genere. Onestamente per come è stata posta la situazione avrei preferito non trovarli affatto, non mi interessa molto il fatto che OASIS dia la possibilità a chiunque di provare le esperienze sessuali sia dal punto di vista maschile che femminile, non mette e non toglie assolutamente nulla alla storia. È una cosa buttata lì tanto per dire: "Oh io ce l'ho messa quindi fa figo".

Una cosa che non mi è dispiaciuta, ma che appunto potrebbe essere andata meglio se non ci fossero stati i problemi sopra elencati, è il fatto che in questo libro c'è la "novità" che l'eroe, diventa antieroe a causa delle stesse gesta che lo hanno reso famoso. Un bel punto di vista che invita chi legge a non adagiarsi sugli allori, perché per usare la stessa citazione che usa Parzival: I cattivi non sono altro che dei buoni vissuti troppo a lungo.

Insomma questo libro resta comunque una lettura molto scorrevole, non aspettatevi di trovarci i fuochi d'artificio che si possono riscontrare in Ready Player One, ma é comunque carina e sicuramente diversa dal solito.

Ringrazio Alessandra di RaggyWords per aver organizzato questo evento e vi invito a passare dalle altre colleghe per avere altre opinioni, sotto trovate la locandina.