giovedì 24 febbraio 2022

Arianna Jennifer Saint


Ciao Lettorə,

Arianna di Jennifer Saint é uno dei titoli più chiacchierati e più attesi di questo periodo, in quanto cavalca l'onda dei retelling della mitologia greca facendo seguito a titoli quali Circe e La canzone di Achille della Miller, che da qualche anno, ha creato un vero e proprio trend.

Saint promette di raccontare la storia del mito di cui tutti hanno sentito parlare, ma dal punto di vista di Arianna per ridare dignità al suo personaggio, fin troppo bistrattato dai racconti epici. Il presupposto é quello di dare lustro alla figura femminile attraverso la storia di Arianna, soffermandosi in particolar modo sul rapporto di sorellanza che intercorre fra le donne, a discapito della crudeltà tipica della figura maschile.
Non male come idea, ma lo sviluppo sarà stato all'altezza delle aspettative?
SPOILER: NI

Vi lascio qui la trama dopo la quale troverete le mie considerazioni:

Arianna e la sorella Fedra, principesse di Creta e figlie del temuto re Minosse, crescono ascoltando riecheggiare il rumore degli zoccoli del fratello, il Minotauro, nel labirinto costruito sotto il palazzo. Ogni anno, quattordici giovani ateniesi vengono sacrificati per placare la fame del mostro. Quando il principe Teseo giunge a Creta per immolarsi alla creatura, Arianna si perde nei suoi occhi verdi e se ne innamora follemente. Ma aiutarlo a scappare dal labirinto significherebbe tradire la famiglia e il regno, e la ragazza conosce fin troppo bene le implicazioni di un gesto simile. Assillata dai dubbi ma determinata a farsi valere, Arianna prenderà una decisione che ribalterà tanto la sua sorte quanto il destino di Fedra. Entrambe dovranno affrontare le conseguenze di una scelta coraggiosa e sovversiva, che le spingerà a mettere in discussione il proprio ruolo in quanto figlie, mogli e madri in un mondo in cui le donne non sono altro che pedine su una scacchiera dominata dagli uomini e dagli dèi. 


Partirei con il dire che Saint ha studiato davvero molto per scrivere questo libro. Ció si evince dal fatto che ha descritto in maniera minuziosa anche tutti i miti e le leggende collegate agli attori principali della storia. Un bellissimo esercizio di scrittura, indubbiamente, ma che ha appensantito tantissimo la storia. Non dispiace approfondire le vicende di Pasifae, madre di Arianna, e tutto il contorno relativo alla procreazione del Minotauro, ma il troppo storpia. Nelle prime 120 pagine si trova solo un continuo inanellare miti su miti, che spesso divagano troppo dalla narrazione principale e non sono assolutamente propedeutici allo sviluppo della trama. Sembra quasi di stare leggendo un comunissimo libro didattico di epica. 

Dal momento in cui Arianna viene finalmente piantata in Nasso, la scrittura prende un ritmo decisamente più fluido e meno ampolloso e prolisso, fino poi a rallentare nuovamente nelle ultime 80 pagine che sembrano non finire mai.

Ma il problema di questo scritto non é solo la farcitura mitologica, che magari a qualcuno può anche interessare, ma lo sviluppo dei personaggi, ed in particolare proprio quello di Arianna.

A seguito delle vicende che hanno coinvolto sua madre, Arianna si convince, a giusta ragione, del fatto che la collera degli dei, va sempre a discapito di qualche donna sventurata. A supporto di questa tesi vengono sciorinati vari esempi di donne martirizzate dagli dèi a causa delle azioni meschine degli uomini, fra queste Medusa, dalla quale Arianna desidera prendere "esempio"

<<Decisi che io avrei voluto essere Medusa 
Se un giorno gli dei mi avessero ritenuta imputabile per i peccati di un altro, se fossero arrivati a punirmi per le azioni di un uomo, non mi sarei nascosta. Avrei indossato la corona di serpenti, e sarebbe stato il mondo a fuggire da me. >>

Sfortunatamente questa dichiarazione, non ha assolutamente seguito. Saint costruisce il personaggio di Arianna come una donna debole, assuefatta dalla sete d'amore, e soggiogata dai suoi sentimenti prima per Teseo, poi per suo marito Dioniso e infine per i suoi figli. Ci viene mostrato il ritratto di una Arianna con una rabbia ribollente in corpo, che però non affiora mai nel momento giusto, rendendola succube, insignificante e stolta. Esattamente come nessuna donna mai vorrebbe sentirsi. 

Un po' meglio va per il personaggio di Fedra, che al contrario della sorella, é coraggiosa impulsiva e furba. Si apre, grazie a lei, anche un bellissimo capitolo sulla fragilità della maternità, e la depressione post partum che però non viene abbastanza approfondito ed elevato, ma sicuramente un tentativo da apprezzare. Fedra effettivamente, incarna un modello femminile molto più all'avanguardia, peccato che lo spazio che le viene riservato non é molto, e che soprattutto é il tipo di caratterizzazione che ci si sarebbe aspettato attribuito ad Arianna piuttosto che a lei.

Per quanto riguarda il fatto che Saint vuole che il suo libro sia rappresentativo della sorellanza femminile, direi che ha fallito anche in questo. Cosa c'è di solidale in due sorelle che vengono separate in giovane età e a nessuna delle due salta in mente di cercare l'altra? Giustificabile é Fedra che pensa che la sorella sia morta. Ma Arianna? Perché non parte alla sua ricerca?

Pur volendo estendere il concetto di solidarietà femminile a qualcosa che non sia legato al rapporto fra le due protagoniste, sono pochissime le scene in cui emerge il concetto.

Arianna dunque, é un brutto libro? No, ma non é neppure bellissimo. Ha una struttura molto didascalica, che semplicemente racconta il mito per quello che é senza fornire alcun valore aggiunto. L'autrice a mio avviso, si é tirata un po' la zappa sui piedi creando delle aspettative che difatti poi non sono state rispettate.
Il segreto per apprezzare questa storia secondo me, sta proprio nel fatto di approcciarsi senza aspettarsi grandi stravolgimenti.

Ringrazio la casa editrice per la copia omaggio e Valeria per aver organizzato l'evento.

venerdì 11 febbraio 2022

La sostituta di Sophie Adriansen e Mathou


Ciao Lettorə,

Sono molto felice di poter scrivere la recensione di questa graphic Novel edita BeccoGiallo illustrata da Mathou e ideata da Sophie Adriansen.

Finalmente si inizia a parlare della maternità in maniera molto più realistica, e questo argomento, lo sento più che mai vicino essendo mamma di due bimbe.

In questo particolare frangente, le autrici si concentrano sull'esperienza della gravidanza e del puerperio (il delicatissimo momento che segue il parto), rappresentando attraverso delle illustrazioni semplici ma estremamente dirette, la storia di Marketa, della sua felicità nel momento in cui scopre la vita dentro di se, ma anche le sue paure, le sue ansie, il suo sentirsi impreparata ad essere indispensabile per qualcuno.

Finalmente viene sdoganato il ruolo di madre perfetta, felice e gioiosa, finalmente queste due autrici hanno avuto il coraggio di parlare della dicotomia con cui noi donne viviamo la maternità, che spesso é molto più traumatica, e molto meno bella di come ci viene raccontata.

In particolar modo, attualmente in Italia, c'è ancora difficoltà a parlare, e di conseguenza ad accettare il fatto, che noi donne dobbiamo essere aiutate durante questo percorso che non si limita al parto ed al puerperio. Diventare madre é un'esperienza traumatica, dolorosa, stressante. Il nostro corpo cambia e non abbiamo il potere di controllarlo, la nostra ansia di non essere all'altezza del compito che stiamo per andare a svolgere ci attanaglia, e non può essere esternata, perché subito ci viene tarpato il pensiero con la classica frase: "non preoccuparti sarà naturale, il tuo istinto materno si attiverà e saprai cosa fare". La sostituta ci viene in soccorso per spiegare che No carissimi tutt*, non funziona così! 

Il doverci sempre confrontare con l'immagine perfezionistica che ci viene somministrata dalla società, dalle pubblicità, dalle nostre stesse madri, ahimè non fa altro che accrescere il senso di disagio opprimente.

Poi arriva il momento del parto, al  quale purtroppo non si arriva mai preparate al 100% perché i corsi di accompagnamento alla nascita spesso edulcorano molto la situazione, che é in realtà dolorosa, lunga, esasperante e paurosa. Il personale medico manca di schiettezza, spesso liquidando la questione facendola passare per una cosa di routine, quando invece per una donna il parto é esattamente la frattura delle abitudini conosciute fino a quel momento.

Dopo la nascita di Zoe, Marketa é così stanca da non riuscire a prendersi cura della sua bambina, e le risposte del personale medico alle sue richieste non la aiutano a confidare nelle sue capacità. 

A Marketa, infatti dopo pochissime ore dalla nascita, mentre ha ancora spasmi muscolari, dolori atroci al ventre, le contrazioni, e ha difficoltà a stare seduta a causa dei punti che ha avuto nella zona perianale, viene portata la sua bimba per l'allattamento. 

Lei chiede all'infermiera del tempo perché non ce la fa neppure a tenerla fra le braccia, e viene guardata con pregiudizio, come se non volesse occuparsi di lei. 


Da lì iniziano tutta una serie di difficoltà che la faranno sentire meno pronta al ruolo che deve ricoprire, e desidera ogni giorno di più una sua sostituta che sia in grado di amare la sua bambina come lei é convinta di non riescire a fare.

Ciò ci porta a comprendere che non tutte le donne hanno l'istinto materno fin da subito, il più delle volte quello che viene imputato all'istinto é solo frutto di una conoscenza che va approfondita, un po' per volta.

All'inizio non é assolutamente inusuale o sbagliato provare avversione verso il bebè che é statə il motivo di tanto dolore, bisognerebbe solo avere qualcuno che possa aiutare la neo mamma ad adattarsi a questa nuova vita, e quel qualcuno dovrebbe essere in primis *l compagnə. Nel caso dei papà la legge Italiana non ci viene neppure incontro dal momento che solo quest'anno è stato introdotto un congedo di paternità lungo solo 10 giorni, che non bastano assolutamente.

La depressione post partum spesso é proprio frutto della frustrazione nel non riuscire subito a sopperire ai bisogni de* bebé, perché l'allattamento é doloroso, il corpo é dolorante, e c'è sempre dietro l'angolo una convenzione sociale secondo la quale fare le cose. La mamma che non allatta é sbagliata, la mamma che partorisce con il taglio cesareo è meno mamma, la mamma che affida il suo bimbo piccolo al nido perché deve tornare a lavorare è scellerata. 

Questo piccolo libriccino dovrebbero leggerlo tuttə, perché aiuta veramente a capire cosa affronta davvero la maggior parte delle donne, così magari come i cerchi che provoca un sassolino buttato nell'acqua, riusciremo ad avere la mente e gli occhi più aperti in merito a questi argomenti.

Ringrazio BeccoGiallo per la copia omaggio, ringrazio la dottoressa Chiara Gregori per la bellissima prefazione a questo lavoro stupendo, e ringrazio Giorgia per aver organizzato questo review party, che proprio in queste ore, si appresta a conoscere la vita che ha portato in grembo per nove mesi. 

A te dedico un pensiero profondo e solidale e ti offro tutta la comprensione e l'affetto necessari affinché tu non ti senta sola ad affrontare questa nuova avventura neppure per un istante.








mercoledì 2 febbraio 2022

La Dea In Fiamme - R. F. Kuang


La Dea in fiamme é l'ultimo capitolo della saga de La guerra dei Papaveri di Kuang.
È una trilogia che personalmente ho apprezzato, ma con alcuni alti e bassi.

Ad esempio il primo libro La guerra dei Papaveri mi aveva coinvolta solo a partire dalla seconda metà in poi, La Repubblica del Drago, ossia il secondo libro, è stato un capolavoro, ricco di azione fresco ed innovativo, con questo terzo volume c'è stato un piccolo calo rispetto al secondo, ma nulla che mi abbia impedito di divorare 600 pagine in pochissimi giorni.

Lo stile di Kuang resta senza dubbio semplice e diretto, ha un modo di affrontare descrizioni lunghe e onerose invidiabile.  Seppure il lettore sa che non sono necessarie ai fini della trama, resta incollato alle pagine facendosi catturare dalla loro crudele bellezza. 
Crudele è il termine giusto per descrivere anche il contenuto di molte scene di guerra, raccontate con una freddezza tanto cinica da riuscire in qualche modo a fare odiare anche solo il pensiero che la guerra possa essere una soluzione ai conflitti.

Fra i tre testi questo risulta essere in assoluto quello più scorrevole, anche se difatti gli eventi interessanti sono tutti ammassati dopo la metà del libro. La prima parte è perlopiù dedicata alle lotte di potere e alle strategie belliche, che per chi ama il genere, sono un vero lustro per gli occhi, data l'estrema accuratezza con la quale vengono descritte. 

Non mancano però qui e lì errori nella gestione della trama, ed anche nella caratterizzazione di alcuni personaggi principali, tra cui Rin, la protagonista, che persiste nel suo essere sempre eccessivamente stolta, ai limiti del ridicolo.

In compenso si tratta di libri che si collocano ad un livello molto alto, per la qualità della scrittura, per le tematiche affrontate e non per ultimo, per l'originalità dell'ambientazione.

Per cui i difetti che si riscontrano qui e lì sono sicuramente perdonabili considerando anche che si tratta dell'opera di esordio di questa bravissima autrice, che ci fa ben sperare ed attendere trepidanti altri suoi lavori.

Ringrazio Alessandra di Raggywords per aver organizzato l'evento e Mondadori per la copia omaggio.

Alla prossima!