lunedì 9 novembre 2020

Tenebre e Ossa Leigh Bardugo Recensione

 

Autore: Leigh Bardugo
Editore: Mondadori
Vol 1 di 3
Prezzo 17,90 euro
Pagine 240

Ciao Lettori, 

Oggi parleremo di Tenebre e Ossa primo volume della chiacchieratissima Grisha Trilogy per la quale Netflix ha messo in produzione anche una serie che sarà probabilmente pronta alla fine di questo 2020, un vero e proprio fenomeno di successo retroattivo quello che si riscontra per questa saga.
Leigh Bardugo è infatti diventata famosa per la duologia composta da Sei di Corvi ed Il regno corrotto, che è successiva alla produzione della trilogia Grisha.

Tenebre e Ossa è il romanzo d'esordio di questa sfavillante autrice, e nonostante la sua sia una delle penne più apprezzate dagli amanti del fantasy contemporaneo, è possibile notare una certa immaturità nella stesura dei suoi primi volumi, che si distinguono molto da quelli successivi i quali presentano trame rocambolesche e molto più complesse. Con questo non voglio assolutamente dire che questo non sia un ottimo prodotto, bensì che anche i grandi scrittori sono partiti con qualcosa di umile, ed in questo caso, davvero ben fatto.
Di seguito vi lascio la trama alla quale seguirà un'analisi approfondita in cui vi spiego meglio il mio punto di vista:

L'orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, le basterebbe fare al meglio il suo lavoro di apprendista cartografa nell'esercito di Ravka, un tempo nazione potente e ora regno circondato dai nemici, e poter stare accanto al suo buon amico Mal, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da molto tempo. Ma il destino ha in serbo ben altro per lei. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d'Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell'amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme, come una luce improvvisa e intensa in grado di riempirle la testa, accecarla e sommergerla completamente. Subito viene arruolata dai Grisha, l'élite di creature magiche che, al comando dell'Oscuro, l'uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l'intera corte. Alina, infatti, è l'unica tra loro in grado di evocare una forza talmente potente da distruggere la Faglia e riunire di nuovo il regno, dilaniato dalla guerra, riportandovi finalmente pace e prosperità. Ma al sontuoso palazzo dove viene condotta per affinare il suo potere, niente è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le ombre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.

La prima cosa che cattura l'occhio sin dalle prime pagine di Tenebre e ossa, è sicuramente l'ambientazione d'ispirazione Russa. Riscopriamo paesaggi assimilabili alla Tundra, con la stessa variabilità di clima che passa dal freddo molto intenso al caldo primaverile mai eccessivo, ci vengono descritti palazzi che è facile associare a quelli bellissimi dell'epoca Zarista. Dalla lingua cirillica sono stati ripresi, e riadattati fantasiosamente, anche i nomi delle città e dei vari personaggi che incontreremo, ma non finisce qui. Ci sono dei richiami alla cultura religiosa dei Santi ed anche alcuni capi d'abbigliamento che indossano i vari personaggi quali cappe bordate di pregiata pelliccia, colbacchi, la stessa descrizione delle divise dei soldati dell'esercito lascia che l'immaginazione vaghi e rievochi le immagini dei soldati di epoca Zarista, con cappotti lunghi fino ai piedi.
Il worldbilding è davvero minuzioso, nonostante non sia molto ricco di descrizioni lunghe ed approfondite. La società che ci viene raccontata dalla Bardugo invece è molto semplificata, esiste un re capo supremo, e subito sotto di lui la schiera di maghi Grisha capitanata dall'Oscuro (nella versione in lingua originale The Darklin). La gerarchia dei Grisha vuole che si dividano in due categorie: Materialki ed Etherealki, rispettivamente manipolatori di materiali ed evocatori, ed infine i Corporalki che sono dei Grisha particolarmente abili nel combattimento impiegati perlopiù come guardie del corpo personali dell'Oscuro.

La trama della storia è davvero molto semplice ruota intorno alla classica battaglia bene contro male, oscurità vs luce, l'eroe che scopre di avere un potere sopito in grado di salvare le sorti dell'intero continente sul piede di guerra.

Ma cosa rende allora così godibile e speciale questa lettura?
Indubbiamente lo stile della Bardugo, che seppure un pò acerbo, è in grado di convogliare l'attenzione del lettore laddove desidera, in modo da creare un climax di eventi, che risulterà mai eccessivamente scontato nonostante sia facilmente intuibile l'andamento della trama. E' il "trauma" il vero catalizzatore di questa storia, il motivo per quale tutta la trama si evolve e prende forma, come ci ha spiegato la stessa Leigh Bardugo nella sua intervista del 29 Ottobre per il Lucca Changes, che se volete potete recuperare qui:




Un altro punto a favore è sicuramente la caratterizzazione dei protagonisti della storia, Alina Starkov, è un'orfana che grazie alla compagnia del suo inseparabile amico Mal, non ha mai sofferto un giorno di solitudine nella sua vita. Tutto cambia quando è costretta a separarsene in maniera molto traumatica, Alina inizia ad aver bisogno di nuove certezze e pensa di trovarle prima nella figura dell'Oscuro, e poi finalmente nell'unico posto in cui avrebbe dovuto rovistare fin dall'inizio: in sè stessa.
In tal senso vediamo la maturazione di questa donna dalla vena sarcastica che in più di un'occasione strappa un sorriso al lettore. Da ragazzina brutta, macilenta e insicura, inizia ad acquisire consapevolezza all'aumentare del dominio sul suo potere, si irrobustisce fisicamente ed anche caratterialmente. Ci sono delle situazioni in cui umanamente commetterà degli errori affidando la sua fiducia alle mani sbagliate, ma cercherà di rimediare ad ogni costo, finanche commissionando la propria morte.

Se proprio devo trovare un difetto a questo libro, posso dire che non mi è piaciuto il modo in cui ha gestito il tema dell'aspetto fisico, che risulta una parte davvero troppo importate per la caratterizzazione di Alina, ma anche degli altri personaggi. Alina è insicura perchè pensa di essere brutta e dalle descrizioni che gli altri personaggi fanno di lei effettivamente siamo portati a credere che sia una sua caratteristica. Quando si reca al palazzo per iniziare il suo addestramento, il primo pensiero dell'Oscuro è proprio quello di migliorare il suo aspetto , mandandole Genya, una Grisha bellissima e specializzata nel modificare il viso e il corpo in modo che appaiano esteticamente più belli. Anche il discorso che man mano che il potere di Alina cresce, migliora il suo aspetto rendendola più bella e sana, porta il lettore un pò fuori strada, serve dunque essere belli per poter salvare il mondo? Se un eroe è brutto e impacciato, ma potente, non può assolvere ai suoi doveri?
Sotto questo aspetto ho percepito un messaggio che mi ha un pò indispettita.

In conclusione non posso far altro che consigliarvi la lettura di questo romanzo davvero molto godibile nella sua semplicità.
Ringrazio Beatrice per l'organizzazione dell'evento e la Mondadori per la copia digitale.
Qui di seguito potete trovare il calendario che potete utilizzare per leggere qualche altra interessante recensione:





2 commenti:

  1. Qualcuno (non so chi) è molto contento che questo libro ti sia piaciuto. Anche se, ripeto, non so di chi si tratti

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  2. Ho messo in wish list questo libro a tempo e la tua recensione mi ha incuriosita ancora di più! Prima o poi dovrò recuperarlo anche io!

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