mercoledì 5 aprile 2023

La custode di parole di Alric e Jennifer Twice

 


Ciao Lettor3,

bentornat3 su questi schermi con una nuova puntata della rubrica "libri brutti". 

Ebbene si anche questo ennesimo "caso editoriale" portato in Italia da Mondadori, si è rivelato essere un flop di dimensioni bibliche.

La custode di parole nasce dalla mente congiunta di Alric e Jennifer i quali iniziano a pubblicare la storia di Arya su wattpad riscuotendo un discreto successo. Per cui una delle più importanti CE francesi, decide di pubblicare le loro avventure. Un'astuta tecnica di marketing volta a sfruttare il successo che la coppia stava avendo sulla piattaforma di scrittura, ma il problema fondamentale è che la CE ha fatto questo investimento senza metterci la sua parte.

Ci troviamo difronte ad un testo che non ha subito minimamente una revisione da parte di un editor, o se c'è stata, è molto poco evidente. L'unica cosa che mi vien da pensare è che il testo è stato poco rimaneggiato per lasciare intatto quanto più è possibile la struttura per i fan di wattpad, purtroppo non ci sarà mai svelato questo arcano, resta il fatto che è una lettura che reputo davvero tempo mal speso.

Di seguito vi lascio la trama, lo so che vi intrigherà, ma non fatevi abbindolare:

«Non ho mai visto nessuno amare le parole come te. E quando dico "amare"' parlo di vero amore. Tu parli ai libri. Ma è ora che tu scopra il mondo fuori dalle pagine, che lo guardi con i tuoi occhi. Parti all'avventura. Il mondo ti aspetta a braccia aperte. Ma per questo dovrai spiccare il volo, assumerti dei rischi. Staccati da ciò che ti trattiene. Trova la tua strada, non solo quella che vogliono scrivere per te.» Età di lettura: da 12 anni.


Editore: Mondadori 

Data di Pubblicazione: 4 aprile 2023

Traduzione: Gioia Sartori

Copertina rigida: ‎540 pagine

ISBN-13: 978-8804753025

Prezzo: 20,80€




Come al solito partirei dal worldbuilding, che è molto standard, la classica ambientazione simil medioevo tipica della letteratura fantasy, con un sistema magico strutturato in modo che faccia acqua da tutte le parti. Le regole sono impiantate in modo tale che ora ci sono e nel capitolo dopo non valgono più.

Quello che resta costante invece è la situazione dei personaggi che hanno una dimensionalità caratteriale pari a quella di una figura piana. Non c'è assolutamente evoluzione psicologica, il tanto sfruttato viaggio dell'eroe che lo modifica, lo cambia e lo forgia, qui non è presente, o meglio: Arya affronta il suo viaggio, ma alla fine delle 500 pagine di passione, la ritroviamo esattamente come era a pagina 1, senza una virgola fuori posto.

Questo è il libro dei grandi clichè, a livello di trama non abbiamo nessun colpo di scena che non possa essere intuito tramite una lettura neppure troppo attenta, il tutto è appesantito dal continuo ricorso al discorso diretto che costituisce forse il 70% della struttura narrativa, persino la trama sulla copertina del libro è un pezzo di discorso, zero sbatti proprio. I dialoghi sono lunghi, farraginosi, noiosi, servono solo a dilatare il tempo di lettura e le pagine che vengono impiegate per esprimere concetti che potrebbero essere riassunti in 3 righe. Inoltre tutto l'arco narrativo è slegato, ogni capitolo è scisso dagli altri e non garantiscono un continuum.

Per questo anche la lettura è risultata davvero lenta e poco stimolante, per non parlare del fatto che ci sono argomenti trattati con non curanza che possono risultare problematici, come ad esempio normalizzare il comportamento di un padre che malmena il figlio.

Insomma questo libro si conquista prepotentemente l'ultimo posto nella classifica dei libri letti fin oggi in questo 2023.

Ringrazio Alessia per aver organizzato il review party e tutte le blogger che hanno partecipato a questa avventura, che mi hanno fatto da supporto psicologico durante questa lettura congiunta che ci ha messo tutte d'accordo.



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