Cari lettori bentrovati,
oggi ritorniamo a parlare della saga di Daevabad scritta da S.A. Chakraborty che consta di 3 libri, di cui attualmente sono stati tradotti da Mondadori, solo i primi due ossia: La Città di Ottone (uscito lo scorso Giugno) e Il regno di rame, pubblicato in Italia questo mese. Non si sa ancora nulla circa l'uscita dell'ultimo volume, The Empire of Gold, ma immagino arriverà entro fine anno.
Questa per quanto mi riguarda è una saga che non è partita proprio benissimo, La Città di Ottone infatti è stato un libro con qualche pro e molti contro, che però in fin dei conti mi ha lasciata con la curiosità di voler vedere dove sarebbe andata a parare questa storia. Se volete potete recuperare la recensione del primo volume cliccando qui.
Purtroppo Il Regno di rame mi ha delusa più del primo per diversi motivi che andrò ad analizzare fra pochissimo, nel frattempo ecco a voi la trama:
La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell'abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere. Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù. Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo. Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l'intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.
Partirei dagli aspetti positivi di questo secondo volume, che non sono molti, ma qualche merito dovremo pur renderglielo, no?
La prima cosa che si nota è certamente il fatto che la narrazione sia molto più fluida, e senza troppe interruzioni. Il primo volume era ricco di spiegoni necessari a far comprendere la struttura delle varie tribù e la loro storia. Questo secondo libro ha sicuramente beneficiato del fatto che, essendo il lettore già un pò più addentrato nelle questioni socio-politiche della città di Daevabad non si sia sentito spaesato. Il problema però è che seppur mancano questi intervalli (che nel primo libro avevano comunque un valore propedeutico), nel Regno di rame i vari eventi sono distanziati da pagine e pagine di descrizioni, che finchè servono alla costruzione dell'ambientazione, hanno anche un senso, ma in questo caso sono solamente un modo per stiracchiare all'inverosimile la narrazione.
Perchè si, il punto più dolente di questo libro è proprio il fatto che sia composto da 600 e passa pagine di niente. La trama poteva essere ben riassunta in appena 200-300 pagine e risultare ben più avvincente, perchè fondamentalmente, trattandosi di un volume transitorio, non accade nulla di rilevante fino alle ultime 200 pagine circa, durante le quali l'autrice cerca di risollevare un attimo l'effetto climax (senza riuscirci perchè tutti gli eventi sono estremamente prevedibili) per creare poi quello che dovrebbe essere un potente cliffhanger, che avrebbe dovuto lasciare il lettore senza fiato e smanioso di voler leggere il terzo volume. E invece, per quanto mi riguarda, la serie sarebbe anche potuta essere finita li lasciando il lettore a tirare le sue conclusioni.
Un'altra cosa positiva sta nel fatto che la suddivisione dei capitoli sia rimasta sempre per pov, questa volta non solo quelli di Ali e Nahri, ma anche Dara ha avuto il suo spazio. E forse sarebbe stato un bene non riservargli questo "onore".
Dara, è stato il personaggio che aveva creato aspettativa e interesse nel primo volume, mentre in questo quasi non lo si riconosce, diventa insicuro e incapace di ribellarsi alle scelte della sua nuova comandante, anche se sa che sono sbagliate. Non fa altro che piangersi addosso e, nel momento in cui avrebbe potuto cambiare tutto, si riduce ad eseguire gli ordini.
Ma non solo Dara, fra le pagine di questo libro, subisce un forte downgrade, anche Nahri incastrata in un matrimonio di convenienza, e ricattata da re Ghassan non è in grado di sollevare le sue sorti e neppure quelle del suo popolo, pur essendo l'esponente più influente della sua tribù, viene continuamente messa all'angolo.
Ali è l'unico personaggio che resta fedele a se stesso, non ha una vera e propria involuzione ma neppure un miglioramento, fatto sta che lui insieme ai suoi fratelli sono i personaggi che ho più apprezzato, perchè per lo meno, sono quelli che hanno smosso un pò la trama.
L'ambientazione resta in ogni caso il punto forte di questa saga, sicuramente molto studiata però spesso davvero troppo invadente.
In conclusione, sarò onesta e non so se riuscirò a continuare la saga, vedremo un pò quando uscirà l'ultimo capitolo cosa mi sentirò di fare. Un pò la curiosità di sapere come verrà conclusa resta, ma la paura di sprecare tempo per un libro che, visti i primi due, probabilmente non mi piacerà è comunque sufficiente a scoraggiarmi.
Ringrazio Nia per aver organizzato l'evento, e la Mondadori per aver fornito il file digitale per la lettura in anteprima.
Qui sotto vi lascio la locandina del Review Party in modo che possiate farvi un'idea più ampia leggendo le recensioni delle altre blogger che hanno partecipato.
Mi dispiace tantissimo che non ti sia piaciuto! Mi sa che lascio perdere anche io!
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