Autore: N. K. Jemisin
Traduttore: Alba Mantovani
Casa Editrice: Mondadori
Prezzo: 14,25 euro
Genere: Fantascienza
Vol. 3 di 3
Pagine: 444
Genere: Fantascienza
Vol. 3 di 3
Pagine: 444
oggi ritorniamo a parlare della trilogia della Terra Spezzata scritta da N.K. Jemisin, in quanto di recente è uscito il terzo ed ultimo volume edito Mondadori.
Il rapporto con questa saga per me è stato un pò di amore ed odio, in quanto ho davvero apprezzato la scrittura della Jemisin che ho trovato davvero bella e particolare, ma ci sono dei problemi di trama che hanno molto appesantito la lettura di questo terzo volume, che mi aspettavo molto più spumeggiate.
Bando alle ciance vi lascio un breve recap, fatto soprattutto per coloro che hanno già letto il primo ed il secondo libro ed hanno bisogno un attimo di raccapezzarsi.
Se tu che stai leggendo non hai ancora letto i primi due volumi salta questa parte in corsivo e vai direttamente al commento.
La Quinta Stagione Vol.1
L’Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo. È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.
Il portale degli Obelischi Vol. 2
La Stagione della fine si fa sempre più buia, mentre la civiltà sprofonda in una notte senza termine. Essun ha trovato un luogo dove rifugiarsi, ma soprattutto ha trovato Alabaster, sorprendentemente ancora vivo; ha inoltre scoperto che è stato lui, ormai in procinto di trasformarsi in pietra, a provocare la frattura nel continente e a scatenare una Stagione che forse non terminerà mai. E ora Alabaster ha una richiesta da farle: deve usare il suo potere per chiamare un obelisco. Agendo così, però, segnerà per sempre il destino del continente Immoto. Nel frattempo, molto lontano, anche Nassun, la figlia perduta di Essun, è forse approdata in un luogo dove sentirsi a casa, dove coltivare la sua straordinaria dote di orogenia, per diventare sempre più potente. Ma anche Nassun dovrà compiere scelte decisive, in grado di mutare il futuro del mondo intero.
Il Cielo di Pietra Vol. 3
La Luna sta per sfiorare di nuovo l'Immoto. Se porterà la salvezza o la distruzione dell'umanità dipende da due donne. Essun ha ereditato il potere di Alabaster Diecianelli. Vuole usarlo per ritrovare la figlia Nassun e tentare di costruire un mondo migliore, dando una seconda occasione all'umanità. Ma aprire il Portale degli Obelischi non basta. Bisogna far tornare la Luna. Nassun ha sperimentato tutto il male possibile ed è giunta a una conclusione che sua madre non accetta: il mondo è troppo guasto per poterlo riparare. Meglio distruggerlo per sempre. Madre e figlia si ritroveranno l'una contro l'altra nell'ultima, decisiva lotta per la sopravvivenza o la fine dell'Immoto.
Non vi nego che scrivere questa recensione mi sta mettendo non poco in difficoltà proprio a causa della dualità del sentimento che provo per questa saga. Il primo volume La Quinta Stagione (la recensione la trovate qui) mi conquistò completamente, infatti terminai di leggerlo in soli due giorni, e per me, che sono una lettrice lumaca, è davvero un record. Di quel volume ho amato tutto: la struttura ciclica della storia, l'impronta data ai personaggi, i momenti di climax coordinati alla perfezione con un ritmo incalzante che ricorda sul serio le montagne russe. Per non parlare della gestione di tematiche estremamente spinose, portate avanti senza troppi peli sulla lingua, quello che mi è piaciuto di più è stato proprio il fatto che nonostante si trattasse di un'opera di fantasia, gli argomenti sono calati in situazioni così realistiche da far immedesimare il lettore nelle situazioni al punto da turbarlo nel profondo.
Con la lettura del secondo volume Il portale degli Obelischi (qui la recensione), la trama ed i personaggi subiscono un calo, diventa tutto più astratto e non si capisce bene quali siano gli obiettivi che i protagonisti devono perseguire. Il sistema elementale tanto ben costruito nella Quinta stagione, viene poi destabilizzato dall'inserimento della magia, che ho trovato davvero inutile perchè era tutto già bello, equilibrato, ma soprattutto innovativo così come era stato fino a quel momento. Ma mi rendo conto che fosse necessario ai fini di trama inserire questo elemento come deus ex machina. Anche le tematiche restano le stesse e diventano davvero angoscianti, non sono più coinvolgenti, sono solo un mezzo per emozionare, negativamente, il lettore. Però i libri di mezzo nelle trilogie sono sempre leggermente sottotono per poi dare all'ultimo volume la giusta spinta per poter creare un finale che lasci a bocca aperta.
Purtroppo però Il Cielo di Pietra non è stato un finale degno di una saga partita così bene, ed è per questo che complessivamente, mi ha lasciato l'amaro in bocca. Probabilmente questo calo è dovuto alla grande pressione che la Jemisin ha subito per la pubblicazione di quest'ultimo volume, in un momento poco felice della sua vita. Infatti ha prodotto questo testo mentre accudiva sua madre ammalatasi improvvisamente, e poi deceduta. Evento che sicuramente ha influito negativamente sulla scrittura e anche sull'andamento della trama.
In questo terzo volume Essun subisce un'involuzione tale da diventare l'ombra della donna e madre forte e caparbia che ci viene raccontata nei primi due volumi, preferisce dedicare la sua vita alla gente di Castrima piuttosto che raggiungere sua figlia Nassun per il semplice motivo che non riuscirebbe a prendere atto del fatto che quest'ultima probabilmente la ritenga una pessima madre, e quindi si dedica a queste persone che non le devono assolutamente nulla.
Nassun invece è sicuramente overpowered, lei a soli 11 anni non solo è più forte di sua madre, ma è in grado addirittura di distruggere l'intero Immoto soltanto perchè è stata addestrata da un custode, questa tesi onestamente regge poco.
Finalmente si approfondisce la conoscenza della figura dei mangiapietra e dei custodi, ma non senza che il lettore debba sudare 7 camicie per poter comprendere qualcosa, in quanto la narrazione di questo libro sembra seguire più un flusso di coscienza dell'autrice che un vero e proprio schema. Questo gioca sicuramente a favore dell'imprevedibilità degli eventi, ma va a discapito della comprensione, il lettore infatti si trova alla fine del libro assetato e insoddisfatto perchè le risposte che cercava non arrivano, o comunque non sono complete.
E' apprezzabile la volontà dell'autrice di chiudere il cerchio ricollegando tutti gli eventi alla trama del primo volume cercando di dare con la struttura ad anello, una parvenza di coerenza a tutta la storia, ma restano aperti davvero troppi punti.
Nel complesso, capisco perfettamente perchè questa trilogia abbia vinto ben tre premi Hugo, lo stile della Jemisin è davvero qualcosa di incredibile, stiloso, forte, imprevedibile. La ricchezza di tematiche particolari e spinose è davvero scioccante e finalmente si vede la figura di una madre non più banalizzata e relegata alle sue solite mansioni.
Di certo è una saga qualitativamente ottima, ma senza dubbio difficile da leggere, bisogna armarsi di tanta pazienza.
Un consiglio che mi sento di dare a tutti coloro che decideranno di affrontare questa lettura, è quello di leggere tutti e tre i volumi senza lunghe interruzioni, perchè le vicende sono tutte strettamente collegate e penso che si possa apprezzare molto di più questa storia leggendola in questo modo.
Ringrazio Nia per aver organizzato questo evento e la Mondadori per aver fornito la copia digitale.
Sono sincera è una trilogia che non mi aveva mai attirata e ora penso proprio darò la precedenza ad altri libri!
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