mercoledì 3 giugno 2020

Fahrenheit 451 Ray Bradbury




Titolo: Fahrenheit 451
Autore: Ray Bradbury
Genere: Fantascientifico-Distopico
Anno prima pubblicazione: 1953
Editore: Mondadori
Pagine:163
Prezzo: 11,40


Ciao Lettori! Ho da poco terminiato di leggere Fahrenheit 451, un libro che mi ha lasciata davvero a bocca aperta. Si tratta di un'opera scritta per solleticare la mente, e far riflettere sull'importanza della lettura e della cultura in generale. La scrittura di Bradbury è davvero molto bella, toccante, ed empatica. E' una lettura che può sembrare breve, ma non lo è assolutamente, io ho impiegato parecchio tempo per terminarlo perchè, lancia molti spunti di riflessione, che necessitano del giusto tempo per essere metabolizzati. Vi lascio la trama in modo che possiate farvi un'idea di ciò di cui andrò a parlarvi più avanti:

Farhenheit 451 è ambientato in un ipotetico futuro in cui i libri sono diventati illegali e in cui i pompieri, hanno il compito di bruciarli.
Guy Montag è un pompiere, al servizio di uno Stato che ha bandito qualsiasi strumento di conoscenza, per mantenere il controllo. La vita delle persone trascorre anestetizzata da programmi televisivi privi di qualsiasi contenuto, corse a velocità folli in autostrada e parchi di divertimento. Una sera tornando da lavoro, incontra Clarisse una ragazzina di 17 anni, che osserva il mondo incuriosita da tutto, e gli mostra la bellezza delle cose più semplici. Grazie a lei, Montag si risveglierà dal torpore della sua non-vita ponendosi delle domande: perchè è necessario bruciare i libri? Da qui inizierà la sua personale ricerca della verità, che lo porterà a dover fare scelte per lui inimmaginabili.


L'ambientazione di questo romanzo in realtà è davvero molto semplice, Bradbury fa solo trasparire attraverso il racconto e le descrizioni dei personaggi, gli elementi essenziali alla comprensione della storia, senza lanciarsi in lunghe spiegazioni e descrizioni dettagliate. Ci troviamo in America, in un futuro successivo sicuramente al 1960, sull'orlo di una guerra di cui si ha però solo una vaga percezione, poichè viene vissuta in maniera disinteressata dagli abitanti di questo ipotetico mondo, ai quali è stato tolto il diritto all'istruzione ed al libero pensiero. 

lo Stato infatti, applica un assioma fondamentale, intorno al quale Bradbury costruisce tutta la storia: L'ignoranza è forza (concetto che viene ripreso da 1984 di Orwell) secondo il quale per mantenere il controllo assoluto sulle persone è necessario renderle ignoranti. In questo caso specifico, l'ottundimento delle menti è favorito dall'utilizzo della tecnologia, attraverso la quale viene effettuato un controllo dell'informazione, tenendo alta l'attenzione delle persone su temi insignificanti e vacui. Il divertimento, l'adrenalina, e sopratutto l'evasione completa da quello che è il dispiacere, e la mancanza dell'instillazione dubbio che, come diceva Cartesio "è l'origine della saggezza", tengono le coscienze anestetizzate. Per scomodare Giovenale si può utilizzare la sua espressione "Panem ed circenses" con la quale si usa definire un modello politico secondo il quale, una popolazione ben nutrita e adeguatamente intrattenuta da sciocchezze, risulta molto più gestibile grazie a questa parvenza di benessere.




I personaggi costruiti da Bradbury sono descritti in maniera particolare. Lui non si sofferma affatto sull'aspetto fisico, di cui lascia solo qualche indizio qui e lì dove strettamente necessario, lasciando tutto all'immaginazione del lettore. Al contrario l'introspezione psicologica è assai approfondita, e questo, abbinato alla sua prosa davvero molto poetica, crea il giusto livello di empatia, che coinvolge il lettore e accorda la sua anima sui toni del suo racconto.
Quello che ho trovato abbastanza duro, è sicuramente il fatto che gli attori principali della storia, sono perlopiù uomini, ed i personaggi femminili assumono sempre atteggiamenti negativi e denigratori della categoria. Sicuramente sarà una deformazione sociale dovuta all'epoca in cui Bradbury ha scritto il libro, di certo gli anni 50' non sono stati il periodo migliore dell'emancipazione femminile, ma il ritratto che ne fà Bradbury è davvero perfido. Troviamo donne completamente assorte dai programmi inutili trasmessi dalle pareti, frivole, che portano avanti la casa e pretendono che i loro mariti provvedano a tutti i loro bisogni in termini economici. Donne deboli che hanno paura di acculturarsi, non tanto per la mancanza di interesse, ma per la paura della perdita del loro status quo. Il passaggio più denigratorio in assoluto credo si verifichi quando, una delle amiche della moglie di Montag sa che il marito dovrà andare in guerra, e non se ne preoccupa minimamente, perchè tanto a morire è sempre il marito di qualcun'altra:

<<Io non mi preoccupo>> disse la signora Phelps.
 <<Dev'essere Pete a preoccuparsi, non io. Quindi sono tranquilla.>>  
<<Muore sempre il marito di un'altra, dicono>>. 


A parte questo, Fahrenheit 451, è senza ogni ombra di dubbio una dichiarazione d'amore per i libri e per la cultura in generale, un inno alla lettura ed ai suoi particolari vitali. E' sconvolgente il modo in cui è riuscito a rendere, parola dopo parola, l'angoscia e la limitazione di libertà che crea la mancanza della lettura, e lo smarrimento delle menti che non hanno conoscenze. Il messaggio più bello e più forte che questo libro porta con se è il fatto che la lettura, i libri e la cultura rendono l'uomo libero dal controllo e da qualsiasi tipo di omologazione.

Inutile dire che consiglio spassionatamente di leggere questo'opera, soprattutto ai ragazzi giovani, perchè quelle 163 pagine racchiudono tutte le ragioni per le quali l'amore per la lettura e per i libri, non è solo uno svago, ma qualcosa che può cambiarti radicalmente la vita.


3 commenti:

  1. Bellissima recensione, concordo nel dire che è un libro che andrebbe letto perché appunto è molto scorrevole e breve ma contiene molti messaggi importanti!

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  2. Impeccabile, come sempre. Magari uno di questi giorni mi cimento anch'io

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  3. Amo tantissimo Fahrenheit 451, è uno dei miei distopici preferiti, e in effetti lo vorrei rileggere questa estate! Sono d'accordo con te, è un libro che sembra molto breve ma è ricco di spunti di riflessione

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