mercoledì 25 novembre 2020

La vita invisibile di Addie LaRue di Victoria Schwab



    Editore: Mondadori
Genere: Fantasy/Romance
Pagine: 492
Copertina: Rigida
Prezzo: 24,00 euro



Ciao lettori,
ebbene si, è arrivato finalmente anche per me il tempo di parlarvi del libro più atteso, nonchè più pubblicizzato della fine di questo 2020 (almeno fin ora).

Tutti lo acclamano, tutti lo vogliono, tutti lo adorano io, purtroppo, non sono di questa opinione.
Perciò sedetevi amici, possibilmente su una seduta che vi impedisca il ribaltamento, e prendetevi una tazza di thè poichè l'argomento sarà lungo ed impervio.

Per i pochi che ancora non conoscono la trama del libro, ve la lascio qui di seguito:

E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?

«Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.»

Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna. Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli. Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.

Dunque, partirei dalle note positive che ho avuto il piacere di riscontrare in questo romanzo. Non sono moltissime ahimè!
Rispetto ad altri scritti della Schwab, qui c'è un bel balzo in avanti sia relativamente alla caratterizzazione dei personaggi, che è davvero molto curata, che nello stile.

La sua bravura è stata quella di riuscire a modellare dei prototipi di persona nei quali è molto semplice immedesimarsi. Nelle innumerevoli vicende di Addie, Henry e Luc sarà semplice per il lettore trovare una situazione che gli si adatti a pennello, questo perchè sono personaggi estremamente umanizzati, portati più a cadere nell'errore che ad eccedere nei virtuosismi. Lo stesso Oscuro, è una divinità imperfetta, resa quasi umana, benchè comunque sia estremamente sadico e malvagio.

Per quanto concerne lo stile, mi è piaciuto perchè l'ho trovato piacevole e scorrevole, con frasi ad effetto e molto poetiche dalle quali, sono certa, verranno tratte una marea di citazioni.
Interessantissima anche la scelta delle tematiche, che sfortunatamente però passano in secondo piano rispetto alla love story che, prepotente, prende il controllo indiscusso della storia.

Anche l'accuratezza del contesto storico mi ha stupita, si vede che la Schwab ha fatto molte ricerche sui capi d'abbigliamento utilizzati nelle varie epoche vissute da Addie, sulla condizione sociale dei paesi in cui ha viaggiato, ma soprattutto sullo sviluppo artistico.

E diciamo che con le note positive abbiamo finito...lo so...stavate aspettando di leggere quelle negative, perchè la parte divertente delle recensioni è sempre quella e vi prometto che non vi deluderò!

Dunque direi di partire dalla peculiarità più grande di questo romanzo e che mi ha fatto venire i crampi allo stomaco durante la lettura: la prolissità.

Davvero...non era necessario cara Victoria, che tu ti soffermassi a parlarci di tutti, ma proprio tutti, TUTTI gli aneddoti della vita di Addie, anche quelli più insignificanti, per rimarcare la gravità, il dolore e la condizione di disagio che comporta la sua maledizione. Non ci interessa davvero sapere con quanti e quali uomini e donne Addie è andata a letto nei suoi 323 anni di vita, o quanti e quali vestiti abbia rubato e come, o che film Henry ha visto durante la sera di Halloween del 2014 e come sono stati scelti. Ok la cura dell'evoluzione del personaggio, ma non ti sembra un tantinello eccessivo?

O almeno, santo cielo, non farti spoiler da sola, mettendo alla fine di ogni capitolo un'anticipazione di quello che troveremo nei successivi. Questa è una delle abilità che proprio non sei riuscita ad abbandonare, che appesantisce tanto la lettura sufficientemente infarcita di pagine e pagine davvero inutili. Ma il tuo editor, esattamente, che problemi ha con la sintesi? Questo libro poteva benissimamente risolversi in 300 pagine e risultare molto più fruibile. Less is more è una formula che, ti assicuro, non funziona solo con il trucco o con l'arredamento.

Altra cosa che proprio non sono riuscita a digerire, è stato il voler stereotipare a tutti i costi una bella ambientazione, New York, che ha da offrire davvero moltissimi spunti. Anche i personaggi di contorno, che appunto contribuiscono all'arricchimento del world bilding, in questo caso sono sempre i soliti che si trovano in tutte le storie che hanno come sfondo la grande Mela: l'attore-ballerino-cantante che ha talento e vuole sfondare a broadway, la ballerina bionda con gli occhi azzurri bellissima e talentuosa, la donna di colore anch'essa dall'aspetto stupendo che studia per affermarsi, tutte cose già viste e sfruttate.

C'era un ottimo potenziale in questa storia, al quale avrebbe potuto attingere per rinfrescarla, ma l'autrice ne approfitta solo sul finale che chiude tutte le vicende in un modo davvero eclatante, e per me un pò destabilizzante, poichè fa cadere dal piedistallo uno dei personaggi più belli della storia.

Dunque in conclusione, mi sento di dire che questo romanzo non può assolutamente essere annoverato fra i migliori del 2020 accanto a libri del calibro de Il mare senza stelle o La Nona Casa, solo per citarne un paio.
Inoltre se cercate una lettura fantasy, bhè questa non lo è di certo, è più un romance con una sfumatura esoterica che vira all'elemento fantastico, pertanto io ve lo consiglio solo se avete davvero tanto tempo da investire.

Ringrazio comunque Alessandra di RaggyWords per aver organizzato l'evento, e la Mondadori, per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questo romanzo.
Vi lascio come sempre la locandina con le altri blogger che vi hanno parlato di questo libro, per avere anche altri opinioni che non siano tanto negative quanto la mia.









venerdì 20 novembre 2020

Le eroine: Alice, Dorothy e Wendy, affinità e differenze

 Ciao Lettori,

bentrovati alla fine di questo viaggio che ha visto protagoniste le storie delle nostre piccole eroine Alice Wendy e Dorothy, insieme raccolte in questa bellissima edizione curata da Mondadori.

Ringrazio le mie compagne di viaggio per le loro preziosissime opinioni in merito ai volumi di cui abbiamo abbondantemente disquisito e per i loro articoli di approfondimento. 

Claudia Divora LibriFenice fra le pagineLove readig moreBiblionativeL'angolo di Alexys, Lellabooks, LoScrignoDelleLetture, Una Marea di Libri, Alessandra Nekkina

E' stato bello collaborare con tutte voi.


Un sentito grazie va anche alla casa editrice Mondadori che ci ha concesso la lettura in anteprima della graphic novel Cheshire Crossing e anche del drago Alice, Dorothy & Wendy, entrambi già presenti in tutte le librerie dal 17 Novembre.

Terminati i giusti convenevoli, passiamo al nocciolo della questione: quanti di voi si sono chiesti come mai questo trio variegato di fanciulle, sia stato assemblato in un'unica edizione? Perchè scegliere proprio queste tre favole che sono, tutto sommato, molto diverse fra loro?

Ebbene io ho provato a darmi una risposta, perchè in effetti benchè le storie siano diverse presentano alcune analogie per nulla trascurabili.

Prima di tutto sono tutte state scritte all'incirca nello stesso periodo, Alice e Peter e Wendy sono entrambe Inglesi e frutto appena colto di un cambiamento radicale nella cultura dell'epoca Vittoriana.

Ci troviamo difronte a due favole che non hanno la presunzione di voler a tutti i costi insegnare qualcosa, queste storie sono scritte per intrattenere i bambini, e non per sciorinare una qualsivoglia morale. Oltretutto si distaccano completamente dalla struttura classica della favola, diventando addirittura antipedagogiche. Alice scappa nel suo paese delle meraviglie estraneandosi dalla realtà in cui vive, cosa molto disdicevole all'epoca. Le bambine dell'alta società non potevano essere sognatrici, dovevano istruirsi ed impegnarsi affinchè potessero trovare un degno marito, la vita era pregna di realismo e non c'era spazio per le farneticazioni, che venivano perlopiù attribuite ai bambini più piccoli o, in età preadolescenziale, a dei disturbi psicologici.

Lo stesso vale anche per la storia di Peter e Wendy la quale scappa di casa perchè anche lei non vuole crescere e adempire a suoi doveri.

Un pò diversa, sotto questo punto di vista, è la favola de Il meraviglioso Mago di Oz la quale prende dinamiche affini ma allo stesso tempo differenti. Si tratta di una favola Americana, e della sua geolocalizzazione, ne cogliamo certamente l'influsso, la cultura del "think positive" diventa l'emblema del viaggio della nostra eroina. Anche in questo caso l'autore scrive per dilettare e non per lasciare una morale, anche se, in fin dei conti, qualcosa lo insegna lo stesso ma in maniera più sottile. Anche in questo caso l'elemento antipedagogico  non manca, in quanto la figura del Mago di Oz non è proprio un esempio di rettitudine, oltretutto è una delle poche favole nelle quali gli impostori non vengono puniti, tutt'altro.

Un altro elemento conduttore che ha legato tutte e tre le protagoniste e incrociato le loro storie, è senza dubbio la volontà di evidenziare un percorso che va dalla puerilità alla pubertà. Se leggiamo le favole di Alice, Wendy e Dorothy diacronicamente, è possibile notare come le tre ragazzine appartengano esattamente alle tre fasi della crescita di un individuo.

Alice è sicuramente la parte fanciullesca, dedita alle sue fantasticherie e persa nel suo mondo immaginario, non è alla ricerca di valori, ma solo di avventure che possano divertirla. Non c'è assennatezza in lei, bensì la semplice curiosità che spingerebbe qualsiasi bambino a mangiare, senza pensarci due volte, biscotti con su scritto "mangiami", o a bere da bottiglie il cui contenuto è sconosciuto, senza immaginare le conseguenze del gesto. Conseguenze alle quali Alice non cerca un rimedio, bensì si lagna che siano accadute, proseguendo imperterrita nel suo obiettivo di cercare il giardino che vede dal buco della serratura, e puntualmente, facendosi sviare dai vari altri personaggi che incontrerà.

Dorothy invece, è chiaramente la parte preadolescenziale, sicuramente molto più coscenziosa di Alice, si trova in un mondo che non conosce, ma seppur con il candore e l'ingenuità che contraddistingue il suo carattere, cercherà di porre rimedio alla sua condizione, con più giudizio. Affronterà un viaggio durante il quale sarà comunque in grado di acquisire valori importanti, e finalmente riuscirà a tornare a casa arricchita. 

Wendy, infine, è la palese rappresentazione della ribellione adolescenziale. Lei si rifiuta di crescere e così scappa con Peter sull'isolachenoncè, dove poi si renderà conto che una vita di sregolatezze non è poi tanto divertente se condotta per sempre, e quindi deciderà di tornare a casa sua e di riprendere la sua vita fra le mani.

Spero di cuore che questo viaggio vi abbia tenuto compagnia, alla prossima.



martedì 17 novembre 2020

Il meraviglioso mago di OZ L. Frank Baum

 

Titolo: Alice, Dorothy & Wendy
Autori: Lewis Carroll, Lyman Frank Baum, James Matthew Barrie
Editore: Mondadori
Collana: I Draghi
Genere: Fiaba, Favola
Prezzo: 25,00 euro

Ciao Lettori,

ebbene è finalmente giunto il momento di parlare di questa raccolta bellissima con cui, ancora una volta, la Oscar Mondadori ha deciso di deliziarci.
Credo che fra i tanti usciti quest'anno, quello di Alice, Wendy e Dorothy sia stato il drago più atteso di tutti poichè contiene alcune fra le opere classiche per bambini più amate di tutti i tempi, chi non conosce anche per sentito dire i pazzi personaggi del Paese delle Meraviglie, o non ha desiderato indossare le bellissime scarpette d'argento o volare verso l'Isola che non c'è?
Indubbiamente queste storie sono fra quelle che ci hanno fatto sognare di più, e ritrovarle tutte insieme in questa veste a dir poco stupenda, con una traduzione resa molto più fresca e scorrevole, ci fa lappare.

Grazie alla Mondadori che ci ha fornito il file per un'anteprima di lettura, posso dirvi che questa volta si sono superati anche all'interno. Le pagine e gli inizi dei capitoli sono tutti decorati in maniera diversa per ognuna delle storie, ed inoltre sono ricche di illustrazioni originali delle prime edizioni che sono un corredo davvero molto bello, indubbiamente penso che questo diventerà il mio drago preferito in termini estetici.


Ma passiamo a dare un'occhiata a quello che vi troveremo all'interno: apre le danze Alice con Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie e subito a seguire Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò. E' poi la volta di Dorothy con Il meraviglioso mago di OZ , per poi continuare con Peter Pan nei giardini di Kensington e terminare con la più conosciuta e acclamata Peter e Wendy.
Per un totale di ben cinque libri in uno!

Oggi nello specifico andremo ad analizzare insieme Il meraviglioso mago di Oz, ma se seguirete tutte le tappe del nostro evento, potrete trovare anche altri interessanti articoli in merito agli altri libri contenuti in questa raccolta:



Baum è sempre stato un uomo ricchissimo d'inventiva e molto fantasioso, scrisse questa e molte altre favole per intrattenere i suoi figli, ed ebbero quasi tutte un discreto successo, ma sicuramente le avventure di Dorothy le surclassarono tutte, fino a diventare prima un musical (da lui stesso finanziato) e successivamente un famosissimo film la cui protagonista è stata Judy Garland che con la sua magistrale interpretazione lo ha fissato definitivamente nell'immaginario collettivo.

Il meraviglioso Mago di Oz ha la struttura di una classica favola, ed il contenuto è davvero fra i più originali mai visti, e benchè Baum affermava che una favola non debba necessariamente essere legata ad una morale ma che può anche solo servire da intrattenimento, è riuscito ad arricchire il viaggio di Dorothy con un sacco di tematiche interessanti e di valori che ogni bambino dovrebbe imparare a conoscere fin dalla più tenera età.
Il viaggio che affronta la nostra eroina le tempra il carattere, la rende più furba e più coraggiosa, le insegna ad aiutare il prossimo e ad avere l'umiltà farsi aiutare quando le difficoltà incalzano. Oltre al viaggio in sè, è importante avere anche dei compagni che sappiano essere modelli positivi, come nel nostro caso, lo sono stati l'uomo di latta con il suo cuore gentile e generoso, lo spaventapasseri con la sua arguta intelligenza e la sua umiltà ed il leone con il suo impavido coraggio, e che siano disposti ad aiutare, consolare, e gioire all'occorrenza. Ogni viaggio, anche il più difficile, può essere più sereno se ci si contorna di persone positive, con le quali poter affrontare le difficoltà che la vita presenta.

Infine, ma non di certo per importanza, è davvero bello vedere con quanta semplicità Baum cerca di far comprendere l'antica faida tra cuore e cervello, indubbiamente per quanto mi riguarda questo è stato uno degli argomenti di cui mi è piaciuto di più leggere, perchè per quanto sia una questione etica davvero molto profonda, il discernimento tra i due diversi modi di agire, è spiegato con una semplicità disarmante.

«Malgrado tutto» disse lo Spaventapasseri «io chiederò il cervello
invece del cuore, perché uno sciocco non saprebbe cosa farsene del
cuore anche se lo avesse.»

«Io voglio avere il cuore» ribatté il Boscaiolo di Latta «perché il cer-
vello non ti rende felice, e la felicità è la cosa migliore del mondo.»

Dorothy non disse niente, perché non avrebbe saputo a quale dei
suoi due amici dare ragione,

Ma è il finale a rendere questa storia davvero innovativa, tradizione vuole, infatti, che alla fine del suo viaggio l'eroe trovi ciò che desidera magari a seguito di una battaglia sanguinaria, o gentilmente offertogli su un cuscino. In questo caso, no. E' stato proprio il viaggio ad aver reso i nostri amici ciò che desideravano di più, perchè tutto ciò di cui abbiamo realmente bisogno lo possiamo trovare solo in noi stessi. 


sabato 14 novembre 2020

Cheshire Crossing Andy Weir e Sarah Andersen Recensione

 

Editore: Mondadori
Collana: Oscar Ink
Genere: Graphic Novel Fan Fiction
Pagine: 117
Prezzo: 17,10 euro

Ciao Lettori,

il 17 Novembre uscirà per la collana Oscar Ink Cheshire Crossing una simpaticissima Graphic Novel scritta da Andy Weir e illustrata da Sarah Andersen. Come dite? Questi due nomi non vi sembrano sconosciuti? Bhè se avete sentito parlare di The Martian (L'uomo di Marte) avrete sicuramente sentito parlare anche del caro Andy, uno scrittore tra i più apprezzati nel panorama fantascientifico, che prima di dedicarsi alla scrittura, amava anche realizzare fanfiction in fumetti. E' lui che ha dato vita a questa fantasiosissima storia le cui protagoniste sono Alice, Wendy e Dorothy, in una veste sotto la quale non le avreste mai immaginate!

Nell'immaginario di Weir infatti, le nostre eroine-bambine sono cresciute e diventate delle adolescenti abbastanza problematiche, in quanto hanno dovuto convivere con le loro esperienze infantili alquanto traumatiche, che le hanno molto cambiate. Le ragazze, al ritorno dai loro mondi fantastici, hanno cercato di esternare le loro esperienze surreali agli adulti che le circondavano, i quali hanno creduto fossero diventate pazze, e di conseguenza, sono state costrette a girare molti ospedali psichiatrici colpevoli di essere affette da una malattia mentale identificabile con la psicosi dissociativa, di seguito vi lascio la breve trama:

Sono passati anni da quando Alice, Dorothy e Wendy hanno compiuto i loro favolosi viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e sull’Isola-che-non-c’è. Ora eccole qui, ormai adolescenti, a Cheshire Crossing: una scuola molto speciale dove impareranno a gestire le loro straordinarie esperienze e il loro dono di attraversare mondi magici.Ma proprio non sanno starsene buone buone sedute al banco, e iniziano di nuovo ad attraversare le dimensioni, lasciandosi dietro una scia di caos completo. E se fosse solo un po’ di confusione il problema, poco male. Il fatto è che, senza volerlo, fanno incontrare la malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino, unito ora in una coppia davvero diabolica.Per fermarli le tre ragazze dovranno fare ricorso a tutti i loro poteri e mettere insieme una squadra di improbabili alleati da tutto il multiverso! Cheshire Crossing è un viaggio vertiginoso, divertentissimo e sconfinato attraverso i classici della letteratura e i loro mondi fantastici come non avete mai osato immaginarli.

A Sarah Andersen va tutta la mia stima per aver realizzato dei disegni davvero meravigliosi in gradi di catturare al primo sguardo l'occhio del lettore.
Conoscevo già Sarah per le sue vignette che ironizzavano sull'ansia e sulla psicologia umana, che hanno avuto un successo dilagante sul web sotto le occultate spoglie di Sarah's Scribbles. Chi non si è imbattuto in una delle sue tavole senza immedesimarsi, vi sta mentendo! Quando ho letto che le illustrazioni di Cheshire Crossing erano sue, giuro che non ci ho creduto perchè passare da questo:

a questo 

non è di certo un'associazione che si fa in maniera immediata. Ma sono davvero stupefatta della versatilità del suo disegno che può passare da linee semplici e stilizzate a qualcosa di molto più complesso e leggermente compassato.
Tutto questo giro per dire che i disegni sono davvero belli, e sopperiscono pienamente ai difetti di narrazione di questa graphic novel che non sono poi pochi.

Importantissimo è l'approccio con il quale si inizia la lettura di Cheshire Crossing, si tratta di una fan fiction che ha preso ispirazione da alcune delle favole più famose del nostro secolo, se cercate di ritrovare integri i personaggi che avete amato, non è sicuramente quello che troverete.
Si tratta infatti di uno stravolgimento, una visione futuristica, di ciò che Alice, Wendy e Dorothy sono diventate a seguito delle loro esperienze o, ancor meglio, di come le loro avventure abbiano influito sulla loro vita reale.




Troviamo una Dorothy molto intelligente e scaltra, una Wendy che ha assorbito molto del personaggio di Peter Pan, diventando un maschiaccio (nel senso buono di tale accezione) con i capelli corti, coraggio da vendere ed un gran cuore, Alice, invece, è quella che a mio parere ha avuto lo sviluppo peggiore, in quanto è diventata molto dura ed egoista, una vera piantagrane, per se stessa e per le sue due nuove amiche. Le ragazze torneranno a viaggiare all'interno dei loro mondi magici, che grazie all'alleanza di due cattivi quali la strega dell'Ovest e Capitan Uncino, saranno intersecati.

Ci sono alcune discrepanze con le storie originali, che fanno pensare al fatto che Weir non abbia esattamente riletto gli originali da cui ha tratto ispirazione, ma che si sia semplicemente rivolto ai ricordi che serbava di queste storie per poter scrivere questo cross over.
M fondamentalmente, poco importa.

Questo perchè, come spiega lui stesso all'interno dell'introduzione che c'è all'inizio del volume e che ho trovato davvero utile, non era sua intenzione replicare per filo e per segno quanto narrato nelle favole, ma portarne una sua visione ironica e modificata.
Se leggerete questa Novel con questo spirito, vi assicuro che vi divertirete un sacco, soprattutto in alcune scene riguardanti Peter Pan che cerca di affrontare i suoi ormoni in subbuglio, perchè si, le nostre eroine, non saranno le uniche a dover fare i conti con l'età della pubertà!

Certo sarebbe stato bello che la storia venisse un pò più approfondita sotto il punto di vista psicologico dei personaggi, date le premesse dell'autore, ma ahimè così non è stato. Si spera però che qualche dettaglio in più ci verrà dato in seguito in quanto, Cheshire Crossing, termina con un finale aperto che dà sicuramente spazio ad un seguito che attendo con grande fervore.

In conclusione mi sento di consigliare la lettura di questa Graphic Novel, a patto che riusciate a sdoganarvi dalla visione classica dei personaggi canon, se ci riuscirete, sarete in grado di trascorrere un paio di ore in totale spensieratezza, facendovi accompagnare da delle tavole dai disegni e dai colori davvero meravigliosi,

Con oggi si conclude il nostro viaggio all'interno di Cheshire Crossing, e dico nostro perchè ho avuto modo di condividere l'esperienza di lettura insieme a tutte le bravissime blogger che trovate nella locandina qui sotto, e che vi consiglio di passare a trovare:








lunedì 9 novembre 2020

Tenebre e Ossa Leigh Bardugo Recensione

 

Autore: Leigh Bardugo
Editore: Mondadori
Vol 1 di 3
Prezzo 17,90 euro
Pagine 240

Ciao Lettori, 

Oggi parleremo di Tenebre e Ossa primo volume della chiacchieratissima Grisha Trilogy per la quale Netflix ha messo in produzione anche una serie che sarà probabilmente pronta alla fine di questo 2020, un vero e proprio fenomeno di successo retroattivo quello che si riscontra per questa saga.
Leigh Bardugo è infatti diventata famosa per la duologia composta da Sei di Corvi ed Il regno corrotto, che è successiva alla produzione della trilogia Grisha.

Tenebre e Ossa è il romanzo d'esordio di questa sfavillante autrice, e nonostante la sua sia una delle penne più apprezzate dagli amanti del fantasy contemporaneo, è possibile notare una certa immaturità nella stesura dei suoi primi volumi, che si distinguono molto da quelli successivi i quali presentano trame rocambolesche e molto più complesse. Con questo non voglio assolutamente dire che questo non sia un ottimo prodotto, bensì che anche i grandi scrittori sono partiti con qualcosa di umile, ed in questo caso, davvero ben fatto.
Di seguito vi lascio la trama alla quale seguirà un'analisi approfondita in cui vi spiego meglio il mio punto di vista:

L'orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, le basterebbe fare al meglio il suo lavoro di apprendista cartografa nell'esercito di Ravka, un tempo nazione potente e ora regno circondato dai nemici, e poter stare accanto al suo buon amico Mal, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da molto tempo. Ma il destino ha in serbo ben altro per lei. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d'Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell'amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme, come una luce improvvisa e intensa in grado di riempirle la testa, accecarla e sommergerla completamente. Subito viene arruolata dai Grisha, l'élite di creature magiche che, al comando dell'Oscuro, l'uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l'intera corte. Alina, infatti, è l'unica tra loro in grado di evocare una forza talmente potente da distruggere la Faglia e riunire di nuovo il regno, dilaniato dalla guerra, riportandovi finalmente pace e prosperità. Ma al sontuoso palazzo dove viene condotta per affinare il suo potere, niente è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le ombre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.

La prima cosa che cattura l'occhio sin dalle prime pagine di Tenebre e ossa, è sicuramente l'ambientazione d'ispirazione Russa. Riscopriamo paesaggi assimilabili alla Tundra, con la stessa variabilità di clima che passa dal freddo molto intenso al caldo primaverile mai eccessivo, ci vengono descritti palazzi che è facile associare a quelli bellissimi dell'epoca Zarista. Dalla lingua cirillica sono stati ripresi, e riadattati fantasiosamente, anche i nomi delle città e dei vari personaggi che incontreremo, ma non finisce qui. Ci sono dei richiami alla cultura religiosa dei Santi ed anche alcuni capi d'abbigliamento che indossano i vari personaggi quali cappe bordate di pregiata pelliccia, colbacchi, la stessa descrizione delle divise dei soldati dell'esercito lascia che l'immaginazione vaghi e rievochi le immagini dei soldati di epoca Zarista, con cappotti lunghi fino ai piedi.
Il worldbilding è davvero minuzioso, nonostante non sia molto ricco di descrizioni lunghe ed approfondite. La società che ci viene raccontata dalla Bardugo invece è molto semplificata, esiste un re capo supremo, e subito sotto di lui la schiera di maghi Grisha capitanata dall'Oscuro (nella versione in lingua originale The Darklin). La gerarchia dei Grisha vuole che si dividano in due categorie: Materialki ed Etherealki, rispettivamente manipolatori di materiali ed evocatori, ed infine i Corporalki che sono dei Grisha particolarmente abili nel combattimento impiegati perlopiù come guardie del corpo personali dell'Oscuro.

La trama della storia è davvero molto semplice ruota intorno alla classica battaglia bene contro male, oscurità vs luce, l'eroe che scopre di avere un potere sopito in grado di salvare le sorti dell'intero continente sul piede di guerra.

Ma cosa rende allora così godibile e speciale questa lettura?
Indubbiamente lo stile della Bardugo, che seppure un pò acerbo, è in grado di convogliare l'attenzione del lettore laddove desidera, in modo da creare un climax di eventi, che risulterà mai eccessivamente scontato nonostante sia facilmente intuibile l'andamento della trama. E' il "trauma" il vero catalizzatore di questa storia, il motivo per quale tutta la trama si evolve e prende forma, come ci ha spiegato la stessa Leigh Bardugo nella sua intervista del 29 Ottobre per il Lucca Changes, che se volete potete recuperare qui:




Un altro punto a favore è sicuramente la caratterizzazione dei protagonisti della storia, Alina Starkov, è un'orfana che grazie alla compagnia del suo inseparabile amico Mal, non ha mai sofferto un giorno di solitudine nella sua vita. Tutto cambia quando è costretta a separarsene in maniera molto traumatica, Alina inizia ad aver bisogno di nuove certezze e pensa di trovarle prima nella figura dell'Oscuro, e poi finalmente nell'unico posto in cui avrebbe dovuto rovistare fin dall'inizio: in sè stessa.
In tal senso vediamo la maturazione di questa donna dalla vena sarcastica che in più di un'occasione strappa un sorriso al lettore. Da ragazzina brutta, macilenta e insicura, inizia ad acquisire consapevolezza all'aumentare del dominio sul suo potere, si irrobustisce fisicamente ed anche caratterialmente. Ci sono delle situazioni in cui umanamente commetterà degli errori affidando la sua fiducia alle mani sbagliate, ma cercherà di rimediare ad ogni costo, finanche commissionando la propria morte.

Se proprio devo trovare un difetto a questo libro, posso dire che non mi è piaciuto il modo in cui ha gestito il tema dell'aspetto fisico, che risulta una parte davvero troppo importate per la caratterizzazione di Alina, ma anche degli altri personaggi. Alina è insicura perchè pensa di essere brutta e dalle descrizioni che gli altri personaggi fanno di lei effettivamente siamo portati a credere che sia una sua caratteristica. Quando si reca al palazzo per iniziare il suo addestramento, il primo pensiero dell'Oscuro è proprio quello di migliorare il suo aspetto , mandandole Genya, una Grisha bellissima e specializzata nel modificare il viso e il corpo in modo che appaiano esteticamente più belli. Anche il discorso che man mano che il potere di Alina cresce, migliora il suo aspetto rendendola più bella e sana, porta il lettore un pò fuori strada, serve dunque essere belli per poter salvare il mondo? Se un eroe è brutto e impacciato, ma potente, non può assolvere ai suoi doveri?
Sotto questo aspetto ho percepito un messaggio che mi ha un pò indispettita.

In conclusione non posso far altro che consigliarvi la lettura di questo romanzo davvero molto godibile nella sua semplicità.
Ringrazio Beatrice per l'organizzazione dell'evento e la Mondadori per la copia digitale.
Qui di seguito potete trovare il calendario che potete utilizzare per leggere qualche altra interessante recensione:





martedì 3 novembre 2020

Il viaggio di Halla Naomi Mitchison

Autore Naomi Mitchison
Editore Fazi - collana Lainya
Genere: Favola Fantasy
Pagine 125
Costo 15 euro


Ciao Lettori, betrovati!

Da qualche mese ormai la Fazi ci sta stuzzicando con la sua nuova uscita per la collana Lainya ossia Il viaggio di Halla.

Ebbene sono felicissima di segnalarvi che finalmente l'attesa è terminata e dal 5 Novembre sarà disponibile in tutte le librerie questa piccola perla.
Si tratta di una favola che è ben lungi dall'essere indicata solo per i bambini, è una storia ricchissima di folklore, di mitologia ed oltremodo filosofica. Di seguito vi lascio la trama che successivamente andrò ad analizzarvi in manienra più approfondita:

Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino.





Chi ama l'ambientazione fantasy, non potrà sicuramente sottrarsi alla lettura di questa favola davvero molto interessante sotto molti punti di vista. La Mitchison, mette in campo tantissimi fattori che la rendono particolare. Primo fra tutti è sicuramente il fatto che, una volta tanto, il punto di vista non è quello del valoroso eroe che salva la principessa dal drago, scopriremo bensì l'altro lato della medaglia. La storia di Halla ci mostra il retroscena delle classiche favole, in cui sono i draghi a subire lo scotto della cattiveria dell'uomo, che si rifiuta di sottostare ai soprusi operati dagli animali leggendari, che per questo vengono ammazzati e derubati del loro tesoro così faticosamente accumulato. Ci mostra il lato tenero e compassionevole di queste bestie che vengono sempre demonizzate, arrivando a farcele amare, pur sapendo che tutto sommato le loro azioni spesso sono deplorevoli, perchè diciamoci la verità, forse chiedere in sacrificio le principesse di tanto in tanto, i draghi avrebbero pure potuto evitarlo.

Altro aspetto estremamente interessante, è la ricchezza di personaggi derivanti dalla mitologia nordica, come ad esempio le Valkirie che cavalcano cavalli alati, o le Norne che sono in grado di modificare il destino attraverso l'intreccio dei fili. Il ruolo più importante nella vicenda è affidato a Odino, che appare all'interno della storia come un vagabondo orbo, che soccorrerà la nostra protagonista nel momento del bisogno, aiutandola a farle capire come affrontare il suo cammino, con una metafora bellissima:


<<Viaggia leggera, piccola mia, 
come viaggia leggero il vagabondo,
e il suo amore sarà con te>>

Halla era ricoperta dell'oro che aveva recuperato a seguito dell'uccisione dell'eroe che aveva rovinato la sua vita idilliaca con i draghi, ma durante il cammino i kg del prezioso metallo di cui si era ornata, diventavano pesanti ed intralciavano il suo passo. Odino con questa frase, ha voluto che la piccola si concentrasse su ciò che realmente conta nella vita, utilizzando l'oro come metafora per dire che non tutto ciò che è materiale conta nella vita, anzi, il più delle volte rallenta il nostro cammino. In tal senso il viaggio di Halla prende una connotazione molto più filosofica, che si avvicina moltissimo al viaggio di Siddartha di Hesse.
Per quanto concerne la scrittura dell'autrice,  il suo stile rispecchia quello della narrativa favolistica tradizionale, la scelta del narratore esterno lo rende molto piatto, ma ricchissimo di dettagli relativi all'ambientazione, mentre invece sono appena accennate le caratteristiche dell'aspetto dei vari personaggi, di cui anche il profilo psicologico è solo abbozzato. Sono le loro azioni che costituiscono l'intero dipanarsi della trama, che può essere suddivisa nettamente in due parti.
La prima vede la piccola Halla crescere prima con la sua famiglia di orsi e successivamente con i draghi, è molto semplice, lineare e ricorda, per la presenza degli animali parlati, le favole di Esopo. Ad un tratto la vita della protagonista viene sconvolta da un episodio tragico, che la spingerà ad intraprendere il suo viaggio, grazie all'intervento del deus ex machina, altra figura tipica della tradizione favolistica latina. Questo stacco così netto va a costituire la seconda parte della favola, molto più ricca di significato metaforico, la storia diventa molto più confusa e molto meno lineare rispetto alla prima parte.

Una delle cose che mi ha spinta alla lettura di questo libriccino di appena 125 pagine, è il fatto che Naomi Mitchison, fosse una cara amica di Tolkien, nonchè prima lettrice delle sue opere quando ancora inedite, ed effettivamente in questa storia è palese la contaminazione di stile con il grande genio, ulteriore motivo per il quale vi consiglio di dare una sbirciatina a questa piccola perla rimasta sepolta per troppo tempo.

Ringrazio la Fazi per il file digitale e per avermi dato la possibilità di organizzare questo evento che vedrà coinvolti anche i blog che trovate nella locandina sottostante: