venerdì 20 maggio 2022

Iron Widow di Xiran Jay Zhao


 Ciao Lettor3,

finalmente è approdata, anche su questi schermi, la recensione di Iron Widow scritto da Zhao Xiran Jay

edito da Rizzoli.

Indubbiamente è un libro particolare e fuori dai soliti schemi, che gli appassionati di manga ed anime mecha (i robottoni alla Mazinga) sapranno in qualche modo apprezzare.

Vi lascio la trama in modo che possiate farvi un'idea e subito dopo troverete le mie considerazioni:


A Huaxia ogni ragazzo sogna di pilotare le Crisalidi, giganteschi robot da guerra mutanti derivati dalle spoglie degli Hundun, alieni animati dal metallo-spirito che da tempo hanno invaso la Terra insediandosi oltre la Grande Muraglia. La massima aspirazione concessa a una ragazza, invece, è quella di diventare la pilota-concubina di qualche famoso combattente, ottenendo una lauta ricompensa per la propria famiglia in cambio quasi sempre della vita, consumata nello sforzo mentale richiesto per supportare il pilota in battaglia. Quando la diciottenne Zetian si offre per il ruolo, ha in mente tutt'altro: il suo scopo è assassinare il celebre pilota responsabile della morte della sorella. Ciò che non ha pianificato, però, è di sopravvivere alla sua vendetta sul campo dimostrando una forza mentale inaudita per una donna, venendo quindi etichettata come Vedova di Ferro, leggendaria figura di pilota donna molto temuta e – non per caso – sconosciuta al popolo che segue ogni combattimento sul proprio tablet. Per domare la sua scomoda ma inestimabile forza mentale, Zetian viene messa in coppia con Li Shimin, il più forte e controverso pilota di Huaxia, che porta sulle spalle l'assassinio della propria famiglia. Ma una volta assaggiato il potere, Zetian non si piegherà tanto facilmente. Non perderà occasione di sfruttare la loro forza e infamia combinate per scampare a un attentato dopo l'altro, finché non riuscirà a capire esattamente perché il sistema dei piloti funziona in modo misogino e a impedire che altre ragazze vengano sacrificate.


Questo è un libro che scorre velocemente, lo stile è fluido, il linguaggio semplice e diretto spesso molto forte, ma sostanzialmente è proprio "forza" la parola con cui si esemplifica l'andamento di questa storia.

Dalla prima all'ultima delle 400 pagine di questo volume, si viene investiti dalla rabbia cieca che pervade Wu Zetian, la protagonista della storia. Il ritmo è incalzante, ogni pagina costringe l'occhio a trascinarsi su quella successiva, anche se comunque si avverte un senso generale di esagerazione.

L'intento dichiarato dall'autrice è quello di raccontare le gesta di un'eroina destinata a diventare leggenda, per cui ogni azione della protagonista, viene gonfiata, esagerata all'inverosimile, sembra che Wu Zetian possa tutto. Questa sensazione di onnipotenza però non è sempre plausibile, rovina quello che è lo spessore psicologico del personaggio che perde del tutto la sua componente umana, la mente è pur sempre quella di una ragazza di 17 anni e dovrebbe averne le caratteristiche, probabilmente questo è l'errore più grave di questo libro, che pregiudica molto la plausibilità degli eventi.

Il worldbuilding è la cosa che lascia subito stupefatti, ci troviamo in un mondo tecnologicamente avanzatissimo, ma estremamente retrogrado rispetto a usi e costumi sociali che ricalcano quelli della Cina medioevale.
A tal proposito è interessante scoprire pezzi della tradizione classica cinese attraverso le esperienze di Wu Zetian, come ad esempio l'uso dello chignon da parte degli uomini, il tipo di vestiario che distingue un nobile da un popolano, l'assurda pratica della deformazione dei piedi delle donne per farli sembrare più piccoli, i così detti "loti d'oro", l'affascinante teoria dello yin e dello yan, tutto questo contribuisce a rendere l'ambientazione vivida.

Il sistema di combattimento delle crisalidi, ossia i macha che la Huaxia utilizza per combattere contro gli Hundun, gli alieni invasori del pianeta, ricalca molto quello classico in cui i poteri di due o più piloti si combinano per muovere il robot. In questo caso la coppia è formata da un uomo e una donna, e durante i combattimenti, quasi sempre il pilota donna soccombe in quanto l'uomo assorbe tutto il qi, la forza spirituale, finchè non viene esaurito portando la cuncubina alla morte.

E' questa pratica che scatena la furia vendicaiva di Wu Zetian, che non ci sta a questa continua sottomissione della donna in tutti gli ambiti. Nella Huaxia infatti le ragazze vengono allevate o per diventare mogli o per diventare pilote concubine e dunque destinate a morte certa. É sicuramente il femminismo il tema principale di questo libro, quello più presente che fa ruotare la trama. Emerge in maniera così potente perché rappresenta lo specchio della situazione femminile che ad oggi c'è in Cina. Le donne non sono ancora considerate al pari degli uomini, e addirittura vengono considerate donne-scarto quelle che prediligono carriera e nubilato al focolaio domestico-familiare. Nella furia di Wu Zetian, si palesa il dissenso dell'autricə per questa condizione in particolare, ma si fa anche portavoce di altre categorie umane ed elementi di inclusività.

Si parla finalmente di una persona disabile senza far passare il messaggio che la sua condizione possa rappresentare un limite, si parla di fisicità, finalmente abbiamo una protagonista in carne e che non si sente in difetto per questo, si parla di poliamore e dell'importanza di non sentirsi discriminati o sbagliati per come si ama.

Insomma é un libro coraggioso, che poco bada alla lingustica e alla sintassi letteraria, Zhao Xiran Jay, ci ha messo dentro tutto il suo dissenso, tutta la sua voglia di rivalsa, e ne ha tirato fuori qualcosa che intrattiene, e fornisce spunti di ragionamento, lungi dall'essere perfetto, ma sicuramente apprezzabile.

1 commento:

  1. Una lettura che ha degli spunti pregevoli, ma non abbastanza spazio per svilupparli. Peccato proprio per il finale...

    RispondiElimina