Il libro di cui parleremo oggi, é una nuova uscita di Rizzoli, che ringrazio per avermi inviato una copia omaggio per partecipare al review party organizzato da Francesca di Coffee and books.
Testi come questo non sono difficili da trovare, tratta di tematiche molto attuali, come l'ansia, la depressione, l'asocialità, ma ha comunque alcuni aspetti che lo contraddistinguono e lo rendono interessante. Di seguito vi lascio la trama in modo che possiate farvi un'idea:
Darius Kellner ha sedici anni, vive a Portland ed è mezzo persiano da parte di madre, ma sa più il klingon di Star Trek che il farsi, e conosce meglio le usanze degli Hobbit che quelle persiane. Ora, il suo primo viaggio in Iran sta per rivoluzionargli la vita.
Darius non è esattamente quello che si dice un ragazzo popolare a scuola: farsi accettare per quello che è non è mai stato semplice ed è convinto che in Iran sarà lo stesso. Ma quando abbraccia per la prima volta la nonna e incontra Sohrab, il ragazzo della porta accanto, tutto cambia. I due cominciano a trascorrere insieme le giornate giocando a calcio, mangiando faludeh e parlando per ore su un tetto, il loro posto segreto con vista sulla città di Yazd. Sohrab e la sua famiglia persiana lo chiamano Dariush, e lui non si è mai sentito se stesso come in quel momento: per la prima volta nella vita sente che forse, forse, le cose dopotutto potrebbero davvero andare bene per lui...
Come facilmente deducibile dalla trama il personaggio di Darius e la sua personalità sono il fulcro della storia. La narrazione in prima persona singolare senza narratore esterno, lo rende un viaggio nella psiche di questo ragazzo, che Adib Khorram mette completamente a nudo per il lettore, che si troverà ad affrontare i dilemmi e le paure del giovane da una prospettiva estremamente personale. Le tematiche affrontate sono abbastanza classiche, Darius é un ragazzino bullizzato a causa del suo aspetto fisico e per il suo essere un persiano frazionario, soffre di depressione, é asociale e refrattario al confronto con i propri genitori, che vede un po' come degli estranei. Fin qui nulla di nuovo insomma. La parte che rende diverso questo libro é l'ambientazione, ci si sente arricchiti perché insieme a Darius, si effettua un vero e proprio viaggio nella cultura Persiana, che il lettore imparerà a conoscere poco alla volta insieme a lui durante il suo viaggio in Iran, la patria di sua madre.
Usi, costumi, e correnti di pensiero sono un vero piacere da leggere e scoprire, soprattutto perché attualmente abbiamo tutti bisogno di conoscere un po' di più questa cultura, che spesso viene vista con diffidenza. Esplorandola grazie agli occhi di un ragazzo, tutto viene semplificato e avvolto dall'ingenuità del suo sguardo tutto appare bellissimo.
Quello che poco si apprezza é la ripetitività di determinati concetti, come ad esempio la passione di Darius per il Thè di pregio, il suo rapporto con il padre, il fatto che non parla il farsi, e che non sappia come rapportarsi alla sua famiglia persiana. Questo rende la lettura pesante e spesso noiosa. Probabilmente l'autore pensava di accentuare e sottolineare il fatto che Darius soffra di depressione poiché comunque, le persone affette da questo tipo di problematica, tendono a rincorrere sempre gli stessi pensieri, ma tutto ciò sicuramente a scapito della scorrevolezza della storia.
In conclusione, mi sento di consigliare questa lettura a chi desidera un'ambientazione sicuramente diversa dal solito, e a chi ha bisogno in qualche modo di sentirsi compreso, perché il personaggio di Darius ha talmente tante sfaccettature che sicuramente sarà facile trovarne una nella quale riconoscersi.
Qui sotto trovate il calendario con i blog che partecipano all'evento. Se volete farvi un'idea completa, passate anche da loro.
Alla prossima!
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