Ciao Lettorə,
Sono molto felice di poter scrivere la recensione di questa graphic Novel edita BeccoGiallo illustrata da Mathou e ideata da Sophie Adriansen.
Finalmente si inizia a parlare della maternità in maniera molto più realistica, e questo argomento, lo sento più che mai vicino essendo mamma di due bimbe.
In questo particolare frangente, le autrici si concentrano sull'esperienza della gravidanza e del puerperio (il delicatissimo momento che segue il parto), rappresentando attraverso delle illustrazioni semplici ma estremamente dirette, la storia di Marketa, della sua felicità nel momento in cui scopre la vita dentro di se, ma anche le sue paure, le sue ansie, il suo sentirsi impreparata ad essere indispensabile per qualcuno.
Finalmente viene sdoganato il ruolo di madre perfetta, felice e gioiosa, finalmente queste due autrici hanno avuto il coraggio di parlare della dicotomia con cui noi donne viviamo la maternità, che spesso é molto più traumatica, e molto meno bella di come ci viene raccontata.
In particolar modo, attualmente in Italia, c'è ancora difficoltà a parlare, e di conseguenza ad accettare il fatto, che noi donne dobbiamo essere aiutate durante questo percorso che non si limita al parto ed al puerperio. Diventare madre é un'esperienza traumatica, dolorosa, stressante. Il nostro corpo cambia e non abbiamo il potere di controllarlo, la nostra ansia di non essere all'altezza del compito che stiamo per andare a svolgere ci attanaglia, e non può essere esternata, perché subito ci viene tarpato il pensiero con la classica frase: "non preoccuparti sarà naturale, il tuo istinto materno si attiverà e saprai cosa fare". La sostituta ci viene in soccorso per spiegare che No carissimi tutt*, non funziona così!
Il doverci sempre confrontare con l'immagine perfezionistica che ci viene somministrata dalla società, dalle pubblicità, dalle nostre stesse madri, ahimè non fa altro che accrescere il senso di disagio opprimente.
Poi arriva il momento del parto, al quale purtroppo non si arriva mai preparate al 100% perché i corsi di accompagnamento alla nascita spesso edulcorano molto la situazione, che é in realtà dolorosa, lunga, esasperante e paurosa. Il personale medico manca di schiettezza, spesso liquidando la questione facendola passare per una cosa di routine, quando invece per una donna il parto é esattamente la frattura delle abitudini conosciute fino a quel momento.
Dopo la nascita di Zoe, Marketa é così stanca da non riuscire a prendersi cura della sua bambina, e le risposte del personale medico alle sue richieste non la aiutano a confidare nelle sue capacità.
A Marketa, infatti dopo pochissime ore dalla nascita, mentre ha ancora spasmi muscolari, dolori atroci al ventre, le contrazioni, e ha difficoltà a stare seduta a causa dei punti che ha avuto nella zona perianale, viene portata la sua bimba per l'allattamento.
Lei chiede all'infermiera del tempo perché non ce la fa neppure a tenerla fra le braccia, e viene guardata con pregiudizio, come se non volesse occuparsi di lei.
Da lì iniziano tutta una serie di difficoltà che la faranno sentire meno pronta al ruolo che deve ricoprire, e desidera ogni giorno di più una sua sostituta che sia in grado di amare la sua bambina come lei é convinta di non riescire a fare.
Ciò ci porta a comprendere che non tutte le donne hanno l'istinto materno fin da subito, il più delle volte quello che viene imputato all'istinto é solo frutto di una conoscenza che va approfondita, un po' per volta.
All'inizio non é assolutamente inusuale o sbagliato provare avversione verso il bebè che é statə il motivo di tanto dolore, bisognerebbe solo avere qualcuno che possa aiutare la neo mamma ad adattarsi a questa nuova vita, e quel qualcuno dovrebbe essere in primis *l compagnə. Nel caso dei papà la legge Italiana non ci viene neppure incontro dal momento che solo quest'anno è stato introdotto un congedo di paternità lungo solo 10 giorni, che non bastano assolutamente.
La depressione post partum spesso é proprio frutto della frustrazione nel non riuscire subito a sopperire ai bisogni de* bebé, perché l'allattamento é doloroso, il corpo é dolorante, e c'è sempre dietro l'angolo una convenzione sociale secondo la quale fare le cose. La mamma che non allatta é sbagliata, la mamma che partorisce con il taglio cesareo è meno mamma, la mamma che affida il suo bimbo piccolo al nido perché deve tornare a lavorare è scellerata.
Questo piccolo libriccino dovrebbero leggerlo tuttə, perché aiuta veramente a capire cosa affronta davvero la maggior parte delle donne, così magari come i cerchi che provoca un sassolino buttato nell'acqua, riusciremo ad avere la mente e gli occhi più aperti in merito a questi argomenti.
Ringrazio BeccoGiallo per la copia omaggio, ringrazio la dottoressa Chiara Gregori per la bellissima prefazione a questo lavoro stupendo, e ringrazio Giorgia per aver organizzato questo review party, che proprio in queste ore, si appresta a conoscere la vita che ha portato in grembo per nove mesi.
A te dedico un pensiero profondo e solidale e ti offro tutta la comprensione e l'affetto necessari affinché tu non ti senta sola ad affrontare questa nuova avventura neppure per un istante.
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