Ciao Lettor3,
bentrovati su questi schermi, quella di oggi è una recensione alla quale tengo particolarmente, perchè Violet e il libro proibito, è stata una lettura sorprendentemente bella sotto molti punti di vista. Anzi la parola chiave che serve a descrivere meglio questo testo, penso sia proprio: Innovazione.
Parto subito con il dire che si colloca nell'ambito della narrativa per ragazzi, con età di lettura 10+ ma sono certa che anche persone diversamente giovani, come la sottoscritta, saranno in grado di apprezzare questa storia dal sapore fiabesco.
Intanto vi lascio la trama così da potervi fare un'idea di quello di cui andremo a parlare più avanti:
Nelle fiabe, tutte le principesse sono bellissime, i draghi orrende e spietate creature e le storie… semplici e innocue storie. Ma questa non è affatto una fiaba come le altre. Nel regno di Andulan, la figlia del re si chiama Violet. È una ragazzina solitaria, con gli occhi di colore diverso e una massa di ricci che le nasconde la faccia. Si vede brutta, e questo la rende insicura. C’è solo un momento in cui non si sente sbagliata: quando racconta storie. Perché Violet è una lettrice voracissima e una voracissima narratrice di favole. Se apre bocca rapisce tutti, dalle dame di corte al più umile dei servitori. Quando insieme al suo migliore amico, Demetrius, trova nei sotterranei del castello un misterioso libro, è convinta di aver scoperto una miniera di storie che cambierà la sua vita. E la sua vita cambia, ma non come aveva immaginato… Dal polveroso tomo si leva la voce spaventosa di una divinità dimenticata, che inizia a sussurrare ai servitori, alle ancelle, al popolo, ammaliando l’intero reame. Ammalia il re, offrendogli l’opportunità di catturare l’ultimo drago sopravvissuto. E ammalia la principessa Violet, con l’illusione di renderla bellissima. Ma ogni parola sussurrata dal libro proibito ha un prezzo, e tremende conseguenze. E Violet, per salvare il regno, dovrà trovare il modo di ascoltare solo le voci amiche, e di raccontare l’unica storia che potrà guarire il suo mondo.
L'ambientazione ricalca moltissimo quella delle classiche fiabe. Tutto, o quasi, si svolge all'interno di un castello che ha la particolarità di mutare la disposizione delle proprie stanze o dei corridoi, nascondendo passaggi segreti di ogni sorta. Il world building è volutamente reso con i classici topoi fiabeschi, poichè è quello che poi farà da contrasto e farà emergere ancor di più la particolarità di questa storia. Anche se, leggendo leggendo, anche l'ambientazione assumerà delle sfumature nuove, ampliandosi fino ad abbracciare lo schema del multiverso, che è sicuramente qualcosa di innovativo abbinato al genere fantastico.
Sono i personaggi il punto di forza di questa storia in quanto completamente in antitesi a quelli a cui siamo solitamente abituati: Violet è una pricipessa diversa in tutto e per tutto dal solito. Molto curiosa, coraggiosa e ardita ha la particolarità di non essere bella con l'asimmetria del suo viso, un occhio diverso dall'altro ed i capelli crespi. Inizialmente non si fa condizionare dalla particolarità del suo aspetto, ha due genitori che la amano, un caro amico e tutto l'affetto del suo popolo. Tutto cambia quando nel raccontare una storia che ha come protagonista una principessa "brutta", il suo mentore le fa notare che le principesse non possono essere brutte, altrimenti non sono principesse. Da qui in poi Violet inizia a guardare il suo riflesso nello specchio, e a porsi domande in merito al suo valore in quanto induviduo. A volte trova spiegazioni razionali e si fa forte del fatto che l'aspetto fisico non possa incidere sul suo carattere, altre invece, si fa trascinare dalle aspettative e dagli standard che la società si aspetta da lei. Una bella chiave di lettura da sottoporre ad un pubblico giovane, per arginare il problema dell'impatto che i social e la loro finzione hanno sulla vita dei ragazzi, un modo per concretizzare il fatto che non tutto è come sembra, ma soprattutto aiuta a comprendere che essere diversi non vuol dire essere sbagliati.
Violet non è di certo la prima principessa coraggiosa che incontriamo, anche la Disney, famosa per aver prodotto esempi non esattamente sani, si sta pian piano adeguando al concetto che il coraggio, l'avventatezza, la sfontatezza non sono caratteristiche legate al genere. Lei però è la prima principessa brutta, consapevole e fiera del suo aspetto, nella quale ho avuto il piacere di imbattermi.
Gli altri personaggi non sono da meno, perchè nel racconto di Barnhill nulla è come sembra: abbiamo un re bonario amante della scienza che preferisce gestire i conflitti con il dialogo e non con la forza, un drago fifone, che di cattivo e spietato ha ben poco, un giovane stalliere che ama gli animali, li comprende e fa di questi sentimenti il suo punto di forza, Dei buoni, ma anche Dei malvagi e costretti alla servitù.
Un altro bellissimo aspetto di questo libro è che sia davvero tanto tanto inclusivo, fra le fila dell'esercito di Alandi ci sono guerriere e guerrieri, falconiere, generalesse. Ancora una volta, il genere non prevarica sulle capacità dell'individuo, per cui è facile imbattersi in donne vestite di ruoli che da sempre sono stati ricoperti da figure maschili.
Se proprio si deve trovare un difetto a questo libro, è il fatto che le illustrazioni non sono state molto rappresentative della storia, si parla di una principessa brutta, ma nella rappresentazione che ne fa Iacopo Bruno, non si colgono aspetti importantissimi della caratterizzazione dei personaggi.
Questo per me è stato abbastanza disturbante, ma di certo non ha sminuito quella che è stata una lettura bella ed appassionante sotto moltissimi punti di vista.
Ringrazio la DeAgostini per la copia omaggio e Francesca di https://coffeeandbooksgirl.blogspot.com/ per aver organizzato l'evento.
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