giovedì 7 ottobre 2021

Ragazza, serpente, spina Melissa Bashardoust Recensione



 Ciao Lettori,


oggi parliamo di Ragazza, serpente, spina, scritto da Melissa Bashardoust edito da Mondadori per la collana Oscar Fantastica che ringrazio per la copia ARC digitale.

Questa storia riprende un pò tutti i canoni dei classici fantasy con un tocco moderno. E' stata una lettura discretamente interessante, grazie proprio al fatto che i personaggi non sono scontati, pur essendo quelli canonici quali la principessa, il demone, la fata alata, poichè posseggono una caratterizzazione frizzante ed un pizzico di innovazione.

Soraya, la nostra protagonista, è una principessa maledetta, non può essere toccata da nessun essere vivente in quanto nelle sue vene scorre un veleno letale, che ammazza chiunque le sfiori la pelle. Questa sua condizione l'ha costretta ad una vita da reclusa, che inizialmente ricorda moltissimo la situazione della più famosa Raperonzolo.

Lei non è la classica eroina che mira a conquistare il potere per diventare più forte e così distruggere il nemico, bensì farà di tutto pur di spezzare la sua maledizione, che le ha tolto moltissimo in termini affettivi, ma le ha fornito una grandissima invulnerabilità. E' proprio a causa di questo suo atto egoistico che si scateneranno una serie di eventi che porteranno lo Shahmar a usurpare il trono di suo fratello.

Soraya dunque è una ragazza la cui umanità traspare dalle sue insicurezze, dalle sue pulsioni, fa danni e cerca di ripararli, spesso facendone di più grandi ancora. E' tutt'altro che un'eroina, e questo la rende senza dubbio un personaggio interessante, una rivisitazione della giovane principessa da salvare. Perchè Soraya viene salvata per diventare a sua volta salvatrice.

Anche l'antagonista della storia assume una bella sfumatura, lo Shahmar è il re dei demoni, dei quali si serve per conquistare il regno di Soraya, ma non è il classico villain brutto e cattivo senza motivi. La sua storia è intrigata e sanguinaria, ci sono dei moventi che lo hanno spinto a compiere le sue azioni. E' un personaggio che conserva ancora un pizzico di umanità e in tal senso ricorda molto la Bestia de La bella e la bestia. Insomma cattivo, ma con qualche riserva.

Infine abbiamo Parvaneh un demone donna dotata di ali di falena appartenente alla famiglia delle Parik, che più che un demone si assimila alla figura della fata, che in questo caso, non è la personificazione della bontà. E' astuta e manipolatrice, ma anche lei, ha un lato buono che giocherà un ruolo importantissimo in tutta la storia.

L'ambientazione anche è molto canonica, il castello è il luogo in cui risiede la famiglia reale, attorniato da guardie ed una fervente cittadina, la montagna invece è la dimora dei div (i demoni) che proliferano di notte e riposano di giorno, la foresta invece è la dimora delle Parik. Per quest' ultimo elemento l'autrice ci fa sapere che ha preso ispirazione dalle foreste miste ircane, dette anche foreste del Caspio, che si estendono nel Nord dell'Iran, di cui potete vedere alcune foto qui:



C'è sicuramente un plus, ed è il fatto che Melissa abbia preso ispirazione da un poema epico Persiano chiamato Shah-Nameh, dal quale ha tratto sia alcuni spunti per il background dei suoi personaggi, sia alcuni dettagli della cultura persiana, che sono andati ad arricchire il suo world building.

Apprezzatissime le note dell'autrice alla fine del libro che danno tantissime informazioni interessanti relative alle sue scelte di trama.

In conclusione mi sento di dire che:

E' una storia che corre sul filo che distingue il bene ed il male, la cui protagonista non è affatto un'eroina canonica senza macchie e senza paura. 

E' una storia che si fa leggere velocemente, e che tutto sommato lascia al lettore con parecchie riflessioni.

E' una storia che non ruota intorno al romanticismo, non troveremo la classica liaison c'è qualcosa ma nulla di scontato.

E' una storia che vi consiglio di leggere perchè non sarà un capolavoro, ma sa farsi apprezzare se saprete osservare bene, poichè è diversa da tutti gli young adult attualmente in circolazione.

Vi consiglio di passare anche dai blog delle mie colleghe:





venerdì 1 ottobre 2021

Untravel the dusk Elisabeth Lim recensione



Ciao Lettori bentrovati,
Ebbene se l'ultimo post parlava di un libro che per me é stato bellissimo (parlo di Le streghe in eterno di Alix Harrow: compratelo, leggetelo, amatelo!) ritorniamo subito a rotolarci nel fango parlando del seguito, nonché volume conclusivo, di Spin the down.

Unravel the Dusk si é rivelato essere un mega-giga-iper-super NO! Mi appello al vostro buon senso: non spendete i vostri soldi per questa dilogia, non se li merita.

Questo volume conclusivo é stato davvero estremamente deludente, in primis perché i personaggi hanno subito una fortissima involuzione.
Ritroviamo Maia che sta per trasformarsi in demone, ed é combattuta fra l'abbracciare il potere che deriva da questa nuova condizione per salvare la sua famiglia ed il suo paese, o rifiutarlo perché non vuole perdere i suoi ricordi e la sua umanità.
E indovinate un po' cosa sceglierà? Ma non mi dire....
Questo che io vi ho riassunto in poche frasi é il fulcro attorno a cui ruota tutta la trama di Unravel the dusk, se volete leggere quattrocento pagine di paranoia sulla questione, é esattamente il libro che fa per voi.

E Edan? Era l'unico motivo per il quale avevo salvato Spin the Dawn, mi era piaciuto molto come personaggio: potente, simpatico, spumeggiante avete capito no? Bene, prendete Edan, toglietegli i poteri, aggiungete un pizzico di vittimismo, abbondante pateticità, non dimenticate un po' di romanticismo stucchevole, e una buona dose di fragilità mascolina, e amalgamate bene. Ecco la ricetta perfetta per rovinare un personaggio dall'ottimo potenziale.

Ma quindi Lady Sarnai, L'Imperatore, e tutti gli altri? Niente, compaiono come meteore, perché il problema di tutta la storia é sempre quello: essere o non essere un demone? Ma falla finita che sappiamo tutti come andrà a finire!

E dunque come si capisce da quanto scritto fin ora, é facile intuire l'andazzo della storia perché é ricchissima di cliché. Qualche emozione (e non per forza positiva) ce la regalano i buchi di trama che compaiono, ti destabilizzano, e ti lasciano li come Julia Roberts nella famosa gif con il teoremi e i calcoli a cercare di capire cosa sta cercando di scrivere la Lim.

Sorvolo ampiamente sullo stile di scrittura che ho trovato sciatto ed elementare, l'unico pregio é che fa scorrere il libro velocemente, e altrettanto velocemente spero di dimenticarmene, perché davvero...no.

Ci sono tanti fantasy con ambientazione orientale che meritano di essere letti (per esempio la Guerra dei Papaveri), ma non é il caso di questa dilogia, che non fosse per la descrizione degli abiti e qualche cibo tipicamente orientale buttato qui e lì, non ha affatto un'ambientazione definita.

Desistete, fuggite, non vi curate di loro ma guardate e passate.

Ringrazio comunque Mondadori per la copia digitale e Nia per aver organizzato l'evento.